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La notte del “Refugees Got Talent” incanta Catania

La prima edizione italiana organizzata dalla Rete del Rifugiato e da Unhcr Italia ha visto esibirsi 13 talenti in piazza Università davanti a un pubblico appassionato e numeroso. A vincere è stata la poetessa Hannah Imordi, sul podio anche il cantante Loveth Oluwatobi e il ballerino Soumah Mamadou. Un evento che è stato più di uno spettacolo nel segno dell’appartenenza a una grande famiglia umana

di Alessandro Puglia

Versi che raccontano l’esperienza drammatica del viaggio, ma anche momenti di festa e gioia con cantanti rap e reggae per ricordare il senso di appartenenza a una grande famiglia umana. A Catania in occasione della giornata mondiale del rifugiato, la prima edizione del “Refugees Got Talent” è stata molto di più che uno spettacolo.

La serata organizzata dalla Rete del Rifugiato con il patrocinio di Unhcr ha visto esibirsi a Piazza Università davanti a un numeroso e appassionato pubblico 13 talenti in varie discipline che sono stati “giudicati” da una giuria internazionale composta anche dall’attore inglese Douglas Booth, supporter internazionale di Unhcr, dall’attrice e regista Francesca Ferro.

Ad aggiudicarsi la prima edizione del talent show è stata la poetessa Hannah Imordi che ha incantato il pubblico con la sua recitazione. A salire sul podio anche il cantante Loveth Oluwatobi e il ballerino Soumah Mamadou che ha ottenuto una borsa di studio dal maestro Lino Privitera per un corso di perfezionamento a L'Opéra, centro professionale danza di Catania.

«Un evento che è stato il risultato di un impegno da parte di tutte le realtà della Rete del Rifugiato – spiega Marco Rotunno, referente in Sicilia di Unhcr Italia – Il Refugees Got Talent è stato qualcosa di più di un normale talent show perché ci ha ricordato ciò di cui tutti abbiamo bisogno nella vita: la fiducia, l'orgoglio, gli amici, la comunità e la speranza».

Un messaggio nel segno dell’appartenenza che è arrivato ai tanti catanesi presenti all’evento: «Abbiamo voluto far conoscere i rifugiati attraverso non solo le loro ferite, ma anche le loro potenzialità – ha spiegato Francesco Patanè, direttore artistico dell'evento –I cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia sono una ricchezza per questo Paese, dal punto di vista economico, sociale e culturale, così come i milioni di cittadini italiani emigrati nel mondo che per cercare lavoro e un futuro migliore hanno contribuito e contribuiscono alla crescita dei Paesi in cui sono stati accolti».

La prima edizione del Refugees Got Talent è stato voluta anche dalla Diocesi di Catania: «I catanesi hanno condiviso e apprezzato, con la loro numerosa e calorosa presenza, le finalità della giornata mondiale del rifugiato ed hanno dimostrato, come sempre, l'anima siciliana dell'accoglienza», ha detto Don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana di Catania

Alle esibizioni dei talenti in gara si sono alternate le storie degli operatori delle associazioni della Rete che lavorano in prima linea nell'accoglienza, i racconti di rifugiati e migranti, e alcune esibizioni artistiche che non hanno partecipato alla gara, tra queste quella dei bambini del Centro Astalli del progetto La Stanzetta di Emilio che hanno ballato al ritmo de L'ombelico del mondo di Jovanotti.

Foto: UNHCR / Alessio Mamo

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