Non profit

La nostra sfida. Vita sarà più vostra.

"Vita" si apre con un numero dedicato alle sfide che le organizzazioni non governative e le associazioni della società civile hanno ingaggiato in ogni parte del mondo.

di Riccardo Bonacina

I l 2000 di Vita si apre con un numero dedicato alle sfide che le organizzazioni non governative e le associazioni della società civile hanno ingaggiato in ogni parte del mondo per cercare di costruire una casa dove sia possibile ad ogni uomo abitare in maniera degna, libera, sicura. Quello che vi proponiamo è un viaggio alla scoperta di una sorta di nuova internazionale che sta via via prendendo coscienza del suo peso e delle sue possibilità; un’internazionale il cui collante non è più né l’ideologia né l’appartenenza partitica, ma piuttosto la ribellione alla spartizione del pianeta e delle sue risorse di poteri ormai sempre più immateriali e senza più controlli né territori. È un’internazionale che affonda le sue radici nella capacità di ascoltare e di rispondere ai bisogni concreti dell’uomo e dell’ambiente in cui concretamente vive. Ma quello che si apre è anche un anno che vede il nostro settimanale impegnato in una sfida che riguarda il suo sviluppo e il suo futuro. La sfida è stata lanciata lo scorso 30 novembre quando l’assemblea dei soci della società editoriale Vita ha deliberato un aumento di capitale con l’obiettivo di coinvolgere nel nostro capitale sociale realtà di Terzo settore. È un sogno che covavamo da tempo, quello di fare di Vita una public company del settore non profit e quello di rafforzare la nostra indipendenza con risorse omogenee al nostro impegno per rispondere alle tante opportunità di sviluppo che si presentano, così da offrire sempre di più un’informazione libera, utile e schierata solo dalla parte della realtà. Questa sfida è stata resa possibile da due ragioni principali: la prima è la consapevolezza sempre più diffusa nel settore non profit di quanto sia importante accompagnare la crescita del Terzo settore con uno strumento di cultura, di opinione e di vigilanza che in questi anni ha dimostrato di saper rappresentare dall’interno ma parlando a tutti e sapendo interessare media e opinion leader. La seconda, è che oggi il gruppo di fondatori di Vita che ha sempre sostenuto la scommessa editoriale con mezzi propri senza ricorrere a sostegni esterni o all’indebitamento bancario anche nei momenti più difficili pur di restare liberi, ha ritenuto che, a fronte del raggiungimento di un sostanziale equilibrio economico, fosse responsabile e possibile chiamare altri a condividere la responsabilità di conduzione e di sviluppo. Tra gli obiettivi cui i nuovi soci saranno chiamati ad essere corresponsabili, un nuovo rilancio del settimanale; lo sviluppo di un canale televisivo tematico; la creazione di un portale internet per il non profit. Ci eravamo dati tempo un mese per capire se questo progetto, se questo sogno, avesse qualche possibilità di realizzarsi: l’obiettivo era quello di raccogliere l’adesione di almeno cinque importanti realtà del Terzo settore entro il 31 dicembre, che si costituissero come “Comitato promotore del progetto di azionariato diffuso della Società editoriale Vita”. E l’obiettivo è stato raggiunto: al 31 dicembre sono state sette le realtà non profit che hanno risposto al nostro invito a contribuire e a rafforzare la crescita di uno strumento culturale autonomo e indipendente capace di promuovere la visibilità e le ragioni del Terzo settore nel nostro Paese, sette realtà che hanno già sottoscritto quote per oltre 300 milioni. Due grandi associazioni come Telefono Azzurro e Acli, un coordinamento di oltre 50 ong (la Focsiv), due organizzazioni non governative moderne e importanti come AiBi e Cesvi, l’Associazione Istituto Cortivo la cui missione è la formazione di operatori sociali in tutta Italia, una Fondazione nuova e originale come la Fondazione del Rispetto e della Dignità. Con queste realtà e con tutte le altre che aderiranno, affronteremo la nostra sfida del 2000, costruire la prima vera public company editoriale del Terzo settore e rafforzare la nostra capacità di informare e di comunicare la voce della società civile.


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