Non profit
La nostra pace quotidiana
Un lettore ci scrive esprimendo il suo dissenso per alcune affermazioni riportate nell'intervista a Gino Strada
Caro direttore, Gino Strada nell?intervista al vostro giornale osserva: «Andiamo dappertutto a dire l?unica cosa sensata che si possa dire, la pace». Da cristiana e da amante della pace, ho assistito a tanti cortei di pacifisti, trovando però alcuni tra loro più portati alla parola e ai discorsi che all?impegno concreto. Ammiravo Gino Strada e una parte di me continua ad ammirarlo ancora, tuttavia, non posso ora nascondere la preoccupazione per certe sue uscite e prenderne le distanze. Ecco, leggo una frase, riferita alla politica terroristica degli Stati Uniti sempre dall?intervista concessa al vostro settimanale: «Quando una guerra punta a colpire la popolazione civile e inerme come obiettivo primario, vuole dire che ha come scopo quello di seminare il terrore». Si può affermare che nella guerra in Afghanistan sono andati di mezzo i civili, ma dichiarare che il suo fine primario fosse nuocere proprio a loro, mi sembra incredibile. Soprattutto, non aiuta a seminare la pace. Accuse, toni velenosi. Perché? Come vorrei da chi si impegna per i sofferenti e per la pace, anche parole di pace. E di rispetto. Che ne dite?
Maria Porte, email
Cara Maria, la sua esigenza è chiarissima e condivisibile. Chi si batte per la pace del mondo deve anche praticare nel quotidiano concreti comportamenti di pace. Nel linguaggio, nei modi, nella capacità di ascoltare gli altri e le loro ragioni. Altrimenti il pacifismo (come ogni declinazione in ?ismo? è già per sé deplorevole) si riduce all?ennesima ideologia nel cui nome si possono commettere le peggiori cose e le le peggiori ingiustizie, personali e collettive. Come ci ha suggerito Adriano Sofri (a proposito, mai dimenticare lui e Bompressi) ai pacifisti sono preferibili gli amanti della pace.
Detto questo, io credo che Gino Strada meriti ancora la sua stima, non solo quella recondita. Mi creda, Strada ha pagato ogni sua scelta rischiando in prima persona e ha amato la pace non solo con le parole, ma soprattutto con le opere. Amare la pace ed essere pacifici non significa poi essere pavidi e neppure rinunciare al giudizio. Perché come continuamente ci insegna il Papa non c?è pace senza giustizia e la giustizia bisogna chiederla e costruirla incessantemente. Gino Strada, chi l?ha conosciuto personalmente lo sa bene, è un vero generoso e quindi anche un passionale. Insomma, non le manda a dire. Si può quindi discutere e anche dissentire da qualche suo giudizio senza che questo incrini la stima vera per tutto quel che fa e per ciò che, laicamente, ci testimonia. Il valore primo di ogni persona umana, il primato della vita.
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