Si terrà il 3 dicembre al Museo del Calcio di Coverciano il convegno Doping vs sport. Comunicare valori, crescere sportivi veri.
Gianni Salvadori, assessore toscano alle Politiche sociali e allo sport, quando si parla di sport e doping viene soprattutto in mente il desiderio di tanti ragazzi di voler raggiungere a tutti i costi e con il minor sforzo risultati, successo e denaro?
Purtroppo il doping non è soltanto una prerogativa dello sport professionistico. Tanti giovani che praticano sport a livello amatoriale vi fanno ricorso perché ormai la nostra società impone soltanto la figura dell?atleta vincente. Ai giovani e giovanissimi che si avviano a praticare una disciplina sportiva andrebbero insegnati altri valori: partecipazione, crescita sociale e culturale, accettazione della sconfitta come momento di crescita. In Italia manca la cultura della sconfitta.
Al convegno ci saranno anche i giovani?
Ci saranno circa 200 studenti di scuole toscane che abbiamo invitato proprio per porre domande agli sportivi, ai giornalisti e ai medici che interverranno alla discussione. Mi attendo tante domande anche impertinenti perché sono loro i primi a dover capire i rischi di questa pratica.
Creare occasioni per parlare del fenomeno è giusto ma cosa fa la Regione per contrastarlo concretamente?
A Firenze esiste il Laboratorio antidoping regionale che svolge la sua attività dal 2004. Dal 1° ottobre di quest?anno ha ottenuto l?accreditamento nazionale da parte del ministero della Salute. Finora, su 2.300 controlli effettuati, i casi di positività sono stati oltre 150. Inoltre, abbiamo concluso una serie di accordi con varie società sportive ed il Coni per scoraggiare la pratica: le società i cui atleti risultano positivi saranno costrette a rinunciare per un anno ai contributi economici erogati dai Comuni. Limitazioni scatteranno anche per quanto riguarda l?assegnazione di spazi e la gestione di impianti sportivi comunali.
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