Welfare
La Next Generation Eu guarda a Mezzogiorno
L'intervento del presidente del consorzio Il Sale della Terra: «Se l’Europa del futuro cambia il suo sguardo sulle migrazioni - come fanno pensare le politiche proposte da Von der Leyen e Lamorgese - intendendole come grande opportunità per la “vitalità” del continente sarà il Mezzogiorno di Italia che con il Sistema di accoglienza e integrazione potrà invertire per primo lo sguardo su se stesso: da terra di emigrazione e di povertà endemiche a prima terra di attrazione, da Sud marginale nel racconto del pensiero unico liberista dei mercati del Nord a leader dello sviluppo eurafricano»
Il titolo del pacchetto di misure per la ripresa economica e sociale dell’Europa centra il cuore della faccenda ed ha una forza davvero evocativa: “Next Generation EU”, ovvero la consapevolezza che non ci potrà mai esserci una vera ripresa dell’Europa dopo la pandemia senza aver sostenuto e accompagnato una nuova generazione di europei a crescere. Nel solenne discorso tenuto da Ursula von der Leyen al Parlamento europeo sullo Stato dell’Unione, il 16 settembre scorso, abbiamo tutti respirato un nuovo vento da Bruxelles e le novità di maggior valore avevano a che fare con il rapporto tra Europa e Ambiente da un lato e tra Europa ed Africa dall’altro.
Al New Green Deal europeo, il sogno verde dell’Unione di diventare nel 2050 un Continente “climaticamente neutro”, la Presidente della Commissione ha subito associato la revisione delle procedure europee di accoglienza dei flussi migratori. Relativamente all’Africa, la Ursula Von Der Leyen è stata categorica: “L ’Africa sarà un partner chiave nella costruzione del mondo in cui vogliamo vivere, che si tratti di clima, digitale o commercio”. La migrazione è stata inquadrata nel discorso della Presidente come una “sfida europea”, il banco di prova decisivo per ricostruire e rilanciare la “fiducia tra di noi”, tra gli Stati Membri, e riprendendo le parole di John Hume, ha ricordato quanto i valori europei siano intrisi di umanità: “I visionari europei hanno deciso che la differenza non è una minaccia, la differenza è naturale. La differenza è l’essenza dell’umanità”.
Sorprendente è la rubricazione che la stessa Presidente ha dato al paragrafo dedicato alla revisione degli accordi di Dublino: serve una nuova vitalità per l’Unione Europea. “La migrazione è sempre stata un dato di fatto per l’Europa e lo sarà sempre – ha detto Von der Leyen – Nel corso dei secoli ha definito le nostre società, arricchito le nostre culture e plasmato molte delle nostre vite”. In questo storico discorso la leadership Europea ha ribaltato il suo punto di vista sulla gestione dei flussi migratori: da questione attinente al controllo delle frontiere a questione di “vitalità”. L’Africa delineata dalla von der Leyen è un partner naturale e strategico per le sfide della Next Generation e non più un pericolo, l’Eurafrica è il primo vero luogo geopolitico interessato dalla governance delle politiche europee che guardano al futuro dell’Europa.
Pochi giorni dopo in Italia il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, un’altra donna, licenzia il suo decreto per le modifiche tanto attese ai decreti sicurezza, marchiati a fuoco da Salvini (molti si attendevano in verità l’abrogazione). La ministra dell’Interno promuove il suo Decreto con altrettante parole memorabili: basta fantasmi, basta persone prive di accoglienza e di integrazione che vanno ad ingrossare le fila della criminalità e delle esistenze precarie e marginali. Con il nuovo SAI (il sistema di accoglienza e di integrazione) Luciana Lamorgese si aspetta di dare impulso ad un nuovo sistema di accoglienza diffuso, che restituisca umanità all’Italia e nuova vitalità alle aree depresse del paese.
Cosa c’è in comune tra le posizioni di Von der Leyen e Lamorgese? Apparentemente stanno parlando a due pubblici diversi per due ragioni diverse: una guarda all’Europa del 2050, l’altra alla revisione di leggi italiane dell’ultimo biennio, ma entrambe si stanno rivolgendo ad una generazione futura ed hanno l’orizzonte fissato sul Mediterraneo, a Sud. La novità del dopo-Covid è in un’area geografica che può diventare il nuovo baricentro della potenza europea: Il Sud Italia. Se l’Europa del futuro cambia il suo sguardo sulle migrazioni, intendendole come grande opportunità per la “vitalità” del continente, il più vecchio dei continenti, sarà il Mezzogiorno di Italia che con il SAI potrà invertire per primo lo sguardo su se stesso: da terra di emigrazione e di povertà endemiche a prima terra di attrazione, da Sud marginale nel racconto del pensiero unico liberista dei mercati del Nord a leader dello sviluppo eurafricano. Se il Sud coglierà questa occasione potrà trasformare i decreti sicurezza rinnovati in “decreti vitalità”.
La Next Generation EU potrebbe avere il volto di un Mezzogiorno che torna ad essere baricentro degli scambi vitali tra un’ Europa longeva ed un Mediterraneo sempre giovane, basterà solo volerlo. I 5 miliardi di euro che annualmente l’Italia spende per l’accoglienza potrebbero essere la prima leva non per la proliferazione di nuovi sistemi parassitari del welfare, ai quali abbiamo assistito negli ultimi dieci anni, dall’emergenza NordAfrica in poi, ma per l’avvio di una vitalità economica del Sud che investe nei suoi legami di umanità per dare nuova linfa alla sua economia, alle sue terre, alla sua cultura millenaria.
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