Non profit
La Napoli che non avete mai visto
Sono stati oltre 300 gli studenti partecipanti a “La città dei ragazzi”, il workshop organizzato a Napoli, al Teatro Salvo d’Acquisto, nell’ambito del forum diffuso delle culture, dalla cooperativa sociale La Locomotiva Onlus in collaborazione con A.M.I., Associazione Marco Mascagna, Chi Rom e chi no, IOCISTO Operatori di Pace, Presidio di Libera Vomero Arenella. Ecco la cronaca.
Un’intera mattinata dove i ragazzi hanno lavorato accanto agli educatori della cooperativa sociale La Locomotiva con una sessione a sorpresa con il rap Lucariello (co-autore della colonna sonora del film Gomorra).
Il loro compito è stato quello di dire come deve essere dal loro punto di vista la città di Napoli, cosa hanno bisogno i quartieri, cosa va cambiato, cosa va migliorato. «Sono gli adulti di domani, ma sono cittadini già oggi, che sono adolescenti. Con doveri e diritti. Con idee e aspettative che devono trovare ascolto. Non è vero che non hanno iniziativa, non hanno valori. Noi educatori che viviamo ogni giorno con loro nelle scuole nelle parrocchie, nelle associazioni lo sappiamo. Il workshop lo ha dimostrato ancora una volta», ha detto Arnaldo Rossi, educatore della cooperativa La Locomotiva.
Per i ragazzi la città ideale deve avere soprattutto spazi per incontrarsi di persona.
Sorprende una simile richiesta da parte della generazione digitale che va in giro isolata dal mondo con le orecchie tappate dalle cuffie e le mani e gli occhi che sono un tutt’uno con il cellulare. Ma questa è stata l’indicazione della maggior parte dei gruppi (ecco i temi-gruppi: Pace, Sostenibilità, Conoscenza, Diversità Culturale).
«A me piace la frase di Dante – ha detto un rappresentante del gruppo Sostenibilità (foto qui sotto)- che dice “fatti non foste a vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza» (citata tutta letterale e senza inciampi, ndr). «Il quartiere Vomero-Arenella – ha continuato- si è trasformato in un luogo dove ci sono solo locali dove si mangia, adesso sono di moda le patatine fritte, negozi che vendono vestiti, scarpe, borse. Hanno chiuso le librerie, i negozi di dischi. Noi stiamo accettando l’idea che le cose non possano cambiare nulla. Con un po’ di satira dico che nel mio quartiere voglio meno patatine e più uomini». (trascrizione letterale dell’intervento, ndr).
Risposte genuine o guidate dai soliti adulti? La guida, se si così si può chiamare, è consistita in un elenco di ben 29 punti- una buona scelta- che ha permesso di superare il vuoto iniziale di idee che – ad ogni età- assale quando si devono individuare esattamente tre concetti.
Punti che gli organizzatori definiscono indici. «Sono le cose, le situazioni dalle quale si può misurare la qualità delle vita e prima ancora l’applicazione di elementari diritti. Si va dall’accesso allo studio, al lavoro, all’indicazione delle persone su cui si può contare, ai trasporti pubblici, alla pulizia della città, alla raccolta differenziata dei rifiuti, alla presenza e all’apertura delle farmacie, l’efficienza degli ospedali, la presenza nel quartiere di centri di aiuto, per arrivare alla qualità dell’aria che respiriamo, al verde urbano e alla sua possibilità di usufruirne, al paesaggio. Abbiamo cercato di toccare tutti i temi proprio per sollecitare idee libere su tutti i campi» ha spiegato Danilo Tuccillo, presidente della coop. La Locomotiva.
Oltre ai punti, i ragazzi sono stati aiutati a prendere consapevolezza del loro ruolo di cittadini con doveri e diritti, da tutor che hanno saputo entrare in empatia con i ragazzi. Intervento breve, dritto all’obiettivo quello di Luigi Ferro, consigliere della municipalità 5: «Oggi dovete fare un salto di qualità nel modo di pensare, di vivere la città. Quando per andare in moto, vi mettete il casco, lo fate per salvarvi la vita, quando non buttate la carta per strada lo fate perché siete ben educati. Oggi vi si chiede di essere cittadini, di dire alle istituzioni cosa avete bisogno per vivere bene la città, il luogo dove vivete, dove andate a scuola».
Maria Grazia Falciatore, ex consigliere regionale, ha coinvolto i ragazzi sul palco che dopo i cinque minuti di naturale imbarazzo si muovevo come fossero a The voice.
E a proposito che dire dell’intervento di Lucariello. Onda di applausi sulla fiducia, prima che parlasse. Fiducia non tradita.
«Quando io ero ragazzino, come voi, vivevo a Scampia. Ogni giorno i miei occhi vedevano cose che non mi piacevano. E so che anche voi vedete cose simili. Ascoltavo i rapper americani, traducevo le loro canzoni, mi informavo, li studiavo. Alloro ho cominciato a scrivere a cantare anch’io e la merda che vedevo diventava un fatto bello. La cultura ragazzi trasforma la merda che ci sta attorno. Mi date le mani per il tempo?»
Risposta immediata che è andata a finire così.
La città dei ragazzi deve essere anche sicura. Hanno detto due ragazze del gruppo Conoscenza. «Non è possibile che non possiamo usare i mezzi pubblici di sera perché siamo a rischio di aggressioni. Dobbiamo sentirci protetti dalle istituzioni e non averne paura».
Queste idee che con entusiasmo e passione i ragazzi hanno individuato sono state presentate a Mario Coppetto, presidente della Municipalità 5 intervenuto nella fase finale dei lavori. Istituzioni che saranno chiamate ad ascoltare questi ragazzi in altre occasioni
Anna Falciatore, psicologa e socio fondatore dell’associazione Caraxe. «Incontreremo di nuovo questi ragazzi, lavoreremo di nuovo su questi temi, il workshop di oggi è stato solo il primo passo».
Le scuole partecipanti sono state:
Istituto Superiore Mazzini
Liceo Classico Adolfo Pansini
Istituto sacro cuore
Istituto Istruzione Superiore "Giancarlo Siani"
Istituto F. Giordani di Caserta
Le foto sono di Marta Capuozzo
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