Cultura

La musica elettronica più selvaggia degli States

Recensione del cd "Sprit they've gone, spirit they've vanished" degli Animal Collective.

di Enrico Barbieri

“Nel prossimo disco faremo musica elettronica selvaggia come le foreste dell?America prima che arrivasse la musica elettronica”, promettono con ferrea illogicità gli Animal Collective. E l?assurdo è che c?è da credergli: da qualche anno il gruppo lavora su una musica dalla tradizione radicata e antica – il folk, il country blues – e la violenta con l?uso massiccio dei mezzi dell?elettronica. Loro vengono da Baltimore, ma vivono a New York: sono Avey Tare, Panda Bear, Geologist e Deakin. Spirit they?re gone, spirit they?ve vanished è un doppio cd che esce dopo Here Comes The Indian e che raggruppa tutte le prime idee musicali di questo strampalato collettivo. I pezzi descrivono il bestiario di un mondo lontano e dimenticato. C?è una ritualità antica, rivive la natura orfica della musica: si suona per liberare forze oscure, espiare colpe, evocare fantasmi. Oggi Syd Barrett probabilmente scriverebbe questi pezzi sublimi di psichedelia contemporanea. La musica è basata sulle chitarre acustiche di Tare, cui si mischia la ritmica sismica di Panda Bear, registrazioni manipolate di suoni raccolti nelle campagne e versi d?animali. Un caotico incrocio di candore e follia: un lungo viaggio iniziatico che, tra belati, miagolii e synth lancinanti, fa intravedere la natura mostruosamente manipolata dei nostri giorni e, peggio, di quelli futuri.

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