Formazione

La Migrazione leggera

La Roüan racconta l’integrazione con un sorriso

di Maurizio Regosa

E’ simpatica questa piccola commedia molto ma molto francese, diretta da Brigitte Roüan. Rispetta la tradizione della leggerezza d?Oltralpe, senza avere alcuna pretesa di risolvere i mali del mondo. Semmai di suggerire che nel gran caos della vita ci si può arrangiare, decidendo di venirsi incontro.

E qui abbiamo una prima indicazione: Travaux – Lavori in casa si regge sulla definizione dei personaggi, e in particolare di quello centrale, l?avvocatessa interpretata da Carole Bouquet. È una commedia di caratteri (nel senso tradizionale del termine): Chantal non è un legale qualsiasi, è alternativa, si dà un gran da fare in difesa dei diritti dei sans papier, vive coi suoi figli e una mamma forse più trasgressiva di lei.

Naturale che un tipino così, se deve ristrutturare l?appartamento, scelga di assumere un giovane architetto colombiano e prenda come operai dei simpatici clandestini. Si sa però che spesso gli extracomunitari nel paese d?origine magari erano intellettuali, professori, musicisti: sanno un mucchio di cose ma la loro manualità non può esser data per scontata. Difatti la qualità delle loro prestazioni è a dir poco discutibile: il bellissimo progetto è malissimo realizzato. Con gli inevitabili crolli, i disastri annunciati e gli scoramenti che tutti avremmo al posto di Chantal (scoramenti, irritazioni e prese di posizione che fanno a pugni con le sue scelte politicamente molto corrette).

Ma tutto ciò è naturalmente una scusa per divertire gli spettatori, un pretesto per presentare i diversi caratteri dei clandestini. Il sognatore. Il pigrone amoroso. Il dolce nostalgico. L?attivista incrollabile. E via dicendo? Ognuno di loro è portatore di un?umanità che va al di là di quel che si sa o non si sa fare. Un?umanità che non è urlata. Che non fa proclami. Che si dice semplicemente.

Un piccolo film, dicevo, che si conclude con un ringraziamento ai migranti per la ricchezza che portano nei paesi d?immigrazione. Girato con uno stile brioso – è un?opera prima – e sceneggiato con una certa libertà (ci sono perfino degli intermezzi musicali e danzanti, vagamente surreali e buffi).

Non che gli manchino dei difetti. Ma nel complesso è fresco. E abbastanza gradevole. Un film che ha il merito di ricordarci che si può guardare con spirito lieve anche a fenomeni sociali difficili e inquietanti.
Suggerendo appunto che un sorriso aiuta a dare il giusto peso alle cose. Un peso che è spesso relativo e assai meno gravoso di quel che può a prima vista sembrare.

Luce in sala

In un altro paese
di Marco Turco (documentario) It
Si parte dalle testimonianze del giornalista americano Alexander Stille per un lungo viaggio nella mafia siciliana.
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North Country
di Niki Caro, Usa, Charlize Theron
Charlize Theron nei panni di Josey Aimes
e del primo caso di denuncia di molestie sessuali in America.
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I segreti di Brokeback mountain
di Ang Lee, Usa, J.Gyllenhaal e H.Ledger
Da un racconto di poche pagine, una storia d?amore lunga vent?anni tra due mandriani del Wyoming. Stile e sentimenti a profusione e 8 nomination agli Oscar.
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Volevo solo vivere
di Mimmo Calopresti (documentario), It
Testimoni: nove cittadini italiani sopravvissuti alla deportazione nei campi di sterminio di Auschwitz raccontano.
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