Volontariato
La mia vita contro lo scetticismo
Fulvio Frisone non parla e non muove né braccia né gambe. Ma con la sua testardaggine e con laiuto di un computer è riuscito a laurearsi in fisica e compiere studi innovativi sulla fusione fredda.
«Fulvio Frisone? È un ragazzo eccezionale, un genio, una risorsa per il mondo della ricerca nazionale ed internazionale, che va valorizzata e protetta». Parola di Sergio D?Antoni, segretario nazionale della Cisl. Ma i riconoscimenti per questo trentaduenne fisico nucleare siciliano, affetto da una tetraparesi spastica-distonica che gli nega sin dalla nascita l?uso degli arti, giungono anche dagli scienziati più .affermati: dal professor Antonino Zichichi, che da tre anni ospita a sue spese Fulvio ed i suoi genitori, nel centro ?Ettore Majorana? di Erice in occasione di convegni o di seminari, ai ?pionieri? della fusione fredda, il settore di ricerca a cui FuIvio è più interessato, come Frederick Jaeger, organizzatore della settima Conferenza Internazionale sulla fusione fredda, tenutasi lo scorso mese di aprile a Vancouver. E ancora Giorgio Benedek e Giuliano Preparata, dell?Università di Milano, Sergio Focardi, dell?Università di Bologna, Erasmo Recami, dell?ateneo di Bergamo, Francesco Celani, del Laboratorio di Frascati dell?istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Francesco Scaramuzzi e Vittorio Violante, del Centro di Ricerche dell?Enea di Frascati. E i risultati dei suoi studi cominciano a circolare sulle riviste più prestigiose – ~Il Nuovo Cimento?, ?~lnfinite Energy?, ?~ New Energy News? – richiamando sulle sue ipotesi l?attenzione della comunità scientifica internazionale.
E dire che la sua passione per la Fisica è dovuta letteralmente ad un errore: «Quando mi sono iscritto all?Università di Catania», racconta Fulvio sorridendo, «volevo scegliere il corso di laurea in Matematica, perché mi piaceva molto questa disciplina, ma sbagliai a compilare il modulo. Poco male: quando mi resi conto che anche a Fisica c?era molta matematica, sono andato avanti tranquillamente». Per la madre, Lucia Colletta, che da sempre lo assiste e accompagna con tanti sacrifici e difficoltà, «Fulvio ha semplicemente avuto sin da piccolo il gusto di sfidare se stesso». Lo dimostrano ad esempio i tantissimi quadri che dipinge, alcuni dei quali hanno anche ricevuto dei premi, tutti esposti sulle pareti di casa. E la testardaggine con cui Fulvio periodicamente abbandona la sedia a rotelle per affrontare delle lunghe traversate a nuoto nel mare siciliano, testimoniata da una bellissima foto in bianco e nero a fianco del grande Enzo Maiorca.
Il certificato di sana costituzione
Nello studio c?è un poster di un altro suo idolo, Albert Einstein, che, sorridente, gli ricorda per 15-18 ore al giorno (tante quante Fulvio ne trascorre quotidianamente davanti al computer), che «l?immaginazione è più importante della stessa conoscenza».
Qui indossa sulla testa uno speciale caschetto con due ?dita? metalliche e, come d?incanto, tutte le difficoltà di comunicazione svaniscono per sempre: i suoi pensieri, così apparentemente inaccessibili, si trasformano attraverso i tasti del pc in formule, testi, grafici. Oppure, quando si tuffa sulla tavolozza, in paesaggi e volti umani – a volte inquietanti, a volte più idilliaci – che affiorano sulla tela da tempeste di colori ad olio. La signora Lucia lo guarda con legittimo orgoglio, conserva amorevolmente tutte le immagini più significative della carriera di Fulvio: «Quelle a cui tengo di più», rivela Frisone, «sono le foto dei miei incontri con Giovanni Paolo II lì, a piazza San Pietro. La prima volta, subito dopo la maturità scientifica, il Papa mi accarezzo e mi disse: ?Adesso portami la laurea?. Ecco perché la prima cosa che ho voluto fare, dopo aver terminato gli studi universitari, è stata correre di nuovo da lui». Ma questa piccola grande mamma non si risparmia il racconto delle mille difficoltà che il ragazzo ha incontrato e continua a incontrare. «Quando si è iscritto all?Università, io e mio marito ci siamo messi in pensione e trasferiti a Catania da Siracusa, dove abitavamo, per seguirlo da vicino. La sua è stata una delle prime tesi ad affrontare in maniera sperimentale il tema della fusione fredda, introdotto allora dagli scienziati Fleischmann e Pons». Dopo la laurea, prosegue la signora Lucia, il ragazzo provò a diventare ricercatore presso il Laboratorio Nazionale di Frascati: «Ma fu un ostacolo insormontabile la richiesta del certificato di ?sana e robusta costituzione?». «Mamma», rispose Fulvio, disilluso, «ma allora cos?ho studiato a fare?».
Per fortuna in aiuto del giovane scienziato disabile accorse la Regione Siciliana, che istituì una borsa di studio ad hoc presso il Centro Siciliano di Fisica Nucleare, consentendogli di portare avanti per un biennio le sue ricerche. Alla scadenza della borsa, nel ?94, dopo aver superato un severo esame di conferma, Frisone fu assunto dal Centro come ricercatore in pianta stabile: «Adesso», spiega, «sto provando ad elaborare un modello teorico che descriva come si fondono tra loro i nuclei degli elementi, indicando la via più facile e meno dispendiosa a livello energetico».
L?aiuto di Livia Turco
Una sfida che Fulvio vuole portare avanti a tutti i costi, incurante delle critiche e delle maldicenze di un ambiente, quello universitario, che – dice – spesso e volentieri lo ha guardato con sospetto. «C?è stato anche chi ha cercato più volte di ?forzare? il mio computer, per dare un?occhiata ai risultati delle mie ricerche. Meno male che vado inventando continuamente dei sistemi di protezione diversi».
Il resto è storia di oggi, con le battaglie che l?indomita signora Lucia conduce per chiedere allo Stato un?assistenza totale per il figlio, che al momento non ha diritto a un accompagnatore. «Fino ad ora», riflette la mamma di Fulvio, «abbiamo fatto tutto io e mio marito, senza chiedere né aiuto nè collette a nessuno. Ma cosa sarà dopo di noi? Quale sarà il futuro di Fulvio, come uomo e come scienziato?». L?ultimo episodio risale proprio all?assise di Vancouver dello scorso aprile, dove Frisone era stato invitato per tenere una relazione: il rimborso spese per il lungo viaggio ed il soggiorno era però stato garantito solo al ragazzo e non ai genitori, che in questo caso non potevano permettersi il forte esborso economico. Lucia Colletta prese allora carta e penna e scrisse un accorato appello al Presidente della Repubblica Scalfaro, che segnalò il caso al Ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco: «Fulvio rischia di perdere una delle occasioni più importanti della sua vita», ripeté anche in televisione, dalla ribalta della trasmissione ?I Fatti Vostri?, la signora Colletta finché l?intervento della ministra Turco non rese possibile la partecipazione di Frisone al congresso canadese, dove il suo intervento è stato unanimemente tra i più apprezzati.
Non chiediamo l?elemosina
«Non possiamo però ricorrere a questo sistema ogni volta che Fulvio sarà costretto a spostarsi per partecipare ad un convegno in Italia o all?Estero, è davvero umiliante essere obbligati a chiedere in continuazione i mezzi per permettersi un?assistenza». L?Università – ha scritto recentemente lo stesso Fulvio al Ministro Luigi Berlinguer – deve garantire un accompagnatore agli studiosi disabili che hanno necessità di confrontare i propri studi con quelli degli altri, di aggiornarsi e portare in Patria le idee, i progressi e i traguardi appresi. «Fulvio merita un aiuto non pietistico ma concreto» ha confermato il segretario della Cisl, che ha dichiarato di voler impegnare il sindacato su questa questione. «La società si deve attrezzare con servizi più articolati, con un?assistenza personalizzata, un accompagnamento reale a casa, a scuola, nel lavoro, nei luoghi della vita sociale, nei centri di formazione o all?università. Ci sono in Italia», ha proseguito D?Antoni, «tanti genitori come i signori Frisone, tanti talenti nascosti nel chiuso delle case e degli istituti, che potrebbero dare molto, come sta facendo Fulvio, alla società. Tocca quindi alle istituzioni studiare la maniera più opportuna per assicurare un futuro accettabile e dignitoso a queste persone». ?
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