Volontariato

La mia bio-mano suona il rock

Cari signori scienziati,non so nemmeno se l'indirizzo è giusto. Spero di sì. L'ho letto e riletto mille volte. Dovete capire come mi sento.

di Luca Doninelli

Cari signori scienziati, non so nemmeno se l’indirizzo è giusto. Spero di sì. L’ho letto e riletto mille volte. Dovete capire come mi sento. Scrivo a voi perché ho letto di tutte queste novità, e cioè del fatto che, grazie a un intervento sui geni, si potrà far crescere il grano anche tra le sabbie del deserto, e che gli insetti non gradiranno più le ciliegie modificate, perciò avremo ciliegie, e pesche, e mele assolutamente perfette – ebbene, io mi congratulo con voi, sono contento, diciamo abbastanza contento, so che molta gente avrà da mangiare, auguro ogni bene ai loro stomaci, ai parassiti che invece non beccheranno più niente, agli uccelli che non avranno più parassiti da mangiare, ma insomma tutto questo non m’interessa molto. A proposito. Mi presento, sono Jerry Olsen e sono stato il più grande chitarrista rock della storia, da Adamo a oggi. Oggi peso centoquaranta chili, tutti di birra e hamburger e altro, e sento che è tutta colpa della genetica. Lo sento. Le mie dita vanno da schifo sulla tastiera, e io non so come fare. E’ il cervello che non c’è più, che non sa più comandare alle dita. Dà comandi alla cazzo, e le dita?, sembrano ferme. Ohé, dove andate?, gli faccio. Cosa fate? Vorrei farle correre, anche stanotte ho sognato una musica celestiale, la musica del Paradiso, e allora mi sono alzato, ho preso la chitarra, ho provato a rifare quegli accordi. Sembra che abbia l’artrite, e invece non ho niente, è il cervello che è andato mezzo a fuoco, prima con l’ero, poi con la coca e poi con chissà quante altre cose che non ricordo. Eppure io lo sapevo fin dall’inizio, fin da quando ero una stella, io lo sapevo che sarei finito così, perché in me c’erano già tutta quell’ero, tutta quella birra, tutto quel grasso di carne di cane, tutto c’era prima che ne entrasse in me un solo grammo. Voi dite: modificato. Balle. Noi siamo già modificati, fin da principio. Io ero già tutto modificato già quando ero bello e non prendevo altro che qualche sigaretta alla marjuana, e suonavo come un dio e a Dio non ci pensavo mai, perché ero io, io!, Dio. Tutte le modifiche che hanno portato al mostro che sono c’erano già tutte. Ecco dunque, signori scienziati, quello che vi chiedo. Lasciamo stare il grano e le ciliegie. Io me ne fotto della fame nel mondo, me ne fotto dei grandi numeri, io rivoglio le mie mani da angelo, ecco quello che voglio. Se sono finito così in basso è perché fui da sempre modificato, e allora vi dico, vi prego, vi imploro di restituirmi il gene giusto, se potete, così che la mia mano ricominci a vivere la sua vita angelica, la sua vita predestinata. Voglio essere modificato affinché la prima modifica possa essere corretta. Noi veniamo al mondo in un modo, ma dentro di noi sogniamo un altro modo, più giusto, di venire al mondo, e ci vien da dire: “Avevano sbagliato ingresso”. Fabbricherete uomini biondi, uomini fortissimi, uomini bellissimi. Ok. Ma esiste il gene dell’humour? Potreste fornire alcuni rappresentanti della specie umana di questi geni, così che si possa stare un po’ allegri nel mondo che verrà? Quanto a me, voglio soltanto che correggiate (immagino si tratti di una cosa ambulatoriale, senza ricovero) il gene sbagliato della chitarra. Ci dev’essere in me, nel mio DNA, una minuscola chitarrina tutta scordata. Non vi chiedo di infilarci le vostre pinzette e accordarmela, ma di sostituirla, mettercene una nuova di zecca, metterci il gene della mano felice, quello del nervo pronto, quello del braccio forte, e quello del cervello integro – sì, soprattutto quello – in modo che i miei sogni, la mia mente e la mia mano possano ridiventare una sola cosa. Non coltivo grandi sogni. Il mio grande sogno sta tutto nel passato, in quello che fui, nella stella che splendeva a Woodstock, alla Carnegie Hall, al Fillmore East. Non datemi del pazzo, signori scienziati. Siete voi che ci avete insegnato a volere tutto subito, e ora è giusto che ci diate il dovuto. Io voglio una nuova mano, un nuovo cervello, una vita nuova, voglio che a una vita sciupata in malo modo se ne possa sostituire un’altra, voglio il correttivo, che corregge modificando, dopo la prima modifica, che ci inflisse gli anni della vita, quelli che nessun gene può modificare. Perché io ne ho sessanta, di anni. E se anche la mia mano si rimettesse a correre, non potrei tornare a essere l’idolo dei ragazzi, questo no. Vorrei però fare la mia musica da solo, suonarla come la sogno, uguale uguale, suonarla per me stesso, per i miei amici morti. E per gli angeli. bio: racconti d’autore per capire I racconti estivi a tema sono una tradizione di “Vita”: è dal 1995 che ogni estate ospitiamo brevi racconti dei migliori scrittori italiani. Abbiamo proposto loro, di volta in volta, di scrivere su suggestioni come la città, la tivù, il rapporto tra padri e figli e lo scorso anno la guerra. L’iniziativa ha sempre riscosso molto successo tra i nostri lettori ed è stata seguita con attenzione dai media e dal mondo dell’editoria sempre a caccia di qualche buona idea. Ricordiamo, ad esempio, la polemica sorta dopo il racconto che Giuseppe Culicchia scrisse per Vita su Torino, o il successo del romanzo Talk show, che Luca Doninelli scrisse su nostra suggestione, e ancora il pluripremiato “Un bacio al mondo” che Raul Montanari scrisse appositamente per noi. Quest’anno l’idea e la suggestione che abbiamo lanciato agli scrittori (che, ricordo, regalano a Vita e ai nostri lettori i loro racconti) è quella del mondo transgenico. I fatti di Seattle dello scorso dicembre, e quelli più recenti di Tebìo a Genova hanno sollevato quello che sarà uno dei grandi problemi – se non il più grande – che la società mondiale si troverà ad affrontare in questo secolo: la possibilità (ormai attuata su scala planetaria nell’agricoltura, ma che potrebbe coinvolgere tutti gli aspetti della vita, ivi incluso l’uomo stesso) di una manipolazione totale del patrimonio genetico. Anche quest’anno ci aspettiamo che la letteratura ci aiuti a capire di più uno dei nodi della nostra vita prossima ventura. Inaugura la serie Luca Doninelli, anima di questa iniziativa editoriale, con un’anteprima assoluta del suo prossimo romanzo. Seguiranno i racconti di Dario Voltolini, Raul Montanari, Vincenzo Gambardella, Guido Conti, Enzo Fontana, Aurelio Picca, Franco Loi e Sandro Veronesi. Non perdeteli.


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