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La mastina che punta Berlino

Sarà Renate Künast, leader dei Grünen, la prossima prima cittadina della capitale?

di Redazione

La chiamano il mastino verde. Arrogante, prepotente, dura, gelida, anche intelligente e appassionata, Renate Künast non è simpatica, eppure una buona metà dei tedeschi si augura che alle elezioni del prossimo 18 settembre diventi sindaco di Berlino. Gradita pure da chi non voterebbe mai per la storica leader dei “Grünen”.
Renate, piccola, corti capelli biondi e un’espressione che ricorda quella d’un cane aggressivo, non è una bellezza. Un giudizio maschilista? Forse. Ma anche grazie a particolari irrilevanti come questi è riuscita a sopravvivere all’irriducibile macho che ha dominato per anni il partito dei Verdi, Joschka Fischer, 62 anni, l’ex taxista di Francoforte diventato ministro degli Esteri e vicecancelliere di Gerhard Schröder, altro maschilista incorreggibile.
Joschka, cinque mogli di volta in volta più giovani, favoriva l’ascesa di donne affascinanti, sempre bionde e dalle gambe smisurate, per poi umiliarle e costringerle alle dimissioni al primo errore. Renate si impose grazie al suo carattere e divenne, dopo la caduta di una bellona, ministro per la Tutela dei consumatori e per l’alimentazione. Qualche errore lo commise pure lei, come nel caso della carne congelata scaduta da anni in vendita nei supermarket, ma Joschka non osò criticarla per timore di venire sbranato. Ora Fischer si è ritirato a vita privata, accanto a Minu Barati, l’ultima compagna, di 28 anni più giovane. Renate continua a guidare il partito su una linea pura e intransigente.
È nata il 15 dicembre del 1955 a Recklinghausen, nel cuore della Ruhr; padre camionista, madre aiuto infermiera. Racconta di essere cresciuta a disagio nell’ambiente familiare piccolo borghese: il padre non voleva che studiasse per la maturità, un lusso inutile. Meglio un diploma qualsiasi, e le nozze.
Renate diventa assistente sociale, se ne va di casa, giunge ventenne a Berlino per occuparsi di drogati, i ragazzi dello Zoo, quelli raccontati a Christiane F. nel suo bestseller. Nel 1983, è eletta per i “Grünen” nel senato berlinese; nel 2001 diventa ministro pur non essendo neanche deputato. Entrerà al Bundestag solo l’anno seguente. Dopo l’addio di Joschka la scelgono come presidente della frazione parlamentare dei Verdi. Non si è sposata. «Ovvio, c’è un uomo importante nella mia vita», confida, «fa il penalista, ha le sue idee, però vota verde: vorrei ben vedere. In un uomo non cerco il bell’aspetto, ma il suo impegno sociale». Ha costretto il Bundestag a servirsi di energie pulite, e sostiene di nutrirsi con alimenti “prodotti ecologicamente”. Per la verità, la incontro spesso in un ristorante italiano, anzi napoletano, dai piatti gustosi e sugosi che dovrebbero far nascere qualche sospetto. Dura, pura, e golosa.
I Verdi hanno già governato Berlino, come partner più deboli nella coalizione con i socialdemocratici. Ma domani potrebbero superare l’Spd, in crisi a livello nazionale. Dopo dieci anni, anche il sindaco Klaus Wowereit, 57 anni, omosessuale, mostra segni di stanchezza. Renate al posto che fu di Willy Brandt, un trampolino per la Cancelleria? Perché no? Il parrucchiere non è importante per il successo in politica, come dimostra frau Angela Merkel. Con buona pace di Joschka, di Gerhard, e di tutti i machi d’Europa. [Roberto Giardina]

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