Non profit

La marcia indietro di Lombardo e soci

Qui Sicilia

di Redazione

Grande confusione regna sotto il cielo della politica siciliana. E – inevitabilmente in una regione dove l’oro blu è sempre stato una risorsa preziosa e contesa – anche l’acqua irrompe nel dibattito attorno all’assemblea regionale e al governo di Raffaele Lombardo. Succede che la strana maggioranza che sostiene il governatore (una parte del Pdl e una parte del Pd) approvi nei giorni scorsi una Finanziaria che contiene, tra le altre norme, quella del ritorno al pubblico nella gestione idrica in tutta l’isola. Una norma voluta dal Partito democratico e inserita, insieme ad altre, per garantirne il voto favorevole. Più facile a dirsi che a farsi, visto che in Sicilia la privatizzazione è già un dato di fatto in sei province su nove. E quindi tornare al pubblico significherebbe pagare salate penali con le aziende che hanno attualmente in concessione la gestione. A questo scopo, spiega Giuseppe Sunseri, referente siciliano del Forum per l’acqua pubblica, in Finanziaria era stato inserito un emendamento in base al quale «tutte le imprese sotto contratto con la Regione che non avevano fatto almeno il 40% di attività della manutenzione prevista avrebbero visto sciolto il contratto». Come a dire scioglimento per tutte le società, visto che il target del 40% non l’ha raggiunto nessuno. Un escamotage stoppato dal Commissario prefettizio, che ha impugnato l’emendamento, insieme ad altri articoli, davanti alla Corte costituzionale.
Che ne sarà dell’acqua privata alla siciliana, quindi, è difficile a dirsi. Sta di fatto che sul tema il panorama siciliano era da tempo in fermento: «Il 10 marzo», racconta Sunseri, «è stata presentata una legge di iniziativa consigliare, firmata da 135 Comuni siciliani (di centrodestra e di centrosinistra) rappresentativi di un milione e 370mila cittadini, per il ritorno al pubblico. E con lo stesso obiettivo è stato avviato l’iter, il 3 maggio, di una proposta di legge di iniziativa popolare». Un movimento nato dal basso, un risveglio brusco causato soprattutto dalle bollette, «in qualche caso raddoppiate o triplicate». Senza che quel 40% di oro blu che in Sicilia si perde nel viaggio dalla fonte al rubinetto sia mai stato minimamente arginato. Privati o pubblici che siano i gestori.

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