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La Marcia della pace dopo l’attacco Usa

Il 14 ottobre si volgerà la Marcia della Pace Perugia Assisi. I preparativi e le polemiche che li stanno accompagnando. Parla Flavio Lotti coordinatore della Tavola della Pace

di Barbara Fabiani

Chissà se la prossima domenica le bombe continueranno a cadere su Kabul mentre decine di migliaia di persone marceranno tra Perugia e Assisi chiedendo la pace. Nessuno si augura un simile atroce fondale a quella manifestazione.
Perché la Marcia Perugia Assisi si farà, con maggior convinzione ora che la violenza ha risposto alla violenza.
Non tutti vorrebbero così. Dal mondo politico dopo il bombardamento di Kabul si è alzata qualche voce, al dire il vero minoritaria e tra questi il senatore Maurizio Ronconi, che ha suggerito di rinviare la marcia perché l?occasione rischierebbe di trasformarsi in una manifestazione antiamericana, con l?effetto di discreditare l?Italia di fronte ai governi alleati. “La marcia mantiene intatte tutte le sue finalità e lo spirito che la anima. Non credo affatto ci sia il rischio di una contestazione antiamericana”, è la convinzione del coordinatore della Tavola della pace Flavio Lotti . “L?importante è che tutte le organizzazioni si ritrovino alla partenza a Perugia con senso di responsabilità e nel rispetto delle opinioni altrui, che possono anche essere diverse”.
Non ci si può nascondere che la prima reazione a caldo alla notizia dei bombardamenti di domenica sera ha portato nelle strade uno dei fronti del ?no alla guerra? con slogan che tradivano ostilità nei confronti degli Stati Uniti, tra questi il GSF e i social forum locali. A loro Lotti rivolge un appello: “Facciamo in modo che la Marcia rappresenti il momento in cui emergano chiaramente le proposte concrete, e che queste superino le proteste. Ad esempio chiediamo ai governi di agire sulla radice dei problemi come mettere fine al conflitto israelo-palestinese, togliere l?embargo all?Iraq e ridurre l?ingiustizia economica che alimenta la disperazione e il disordine internazionale”.
Nessun timore, quindi, che la marcia venga sospesa o imbavagliata. ?Combattere il terrorismo ma sotto l?egida dell?Onu e senza ricorre alla guerra? è il senso di tutte le note rilasciate alla stampa dalle maggiori organizzazioni aderenti alla marcia, dalle Acli, all?Arci, alla Focsiv, all?ICS, a Pax Christi.
Invece qualche pensiero agli organizzatori lo suscitano altre adesioni eccellenti. Alcuni parlamentari che prima dell?attacco militare all?Afghanistan avevano aggiunto il proprio nome alla lista dei marciatovi verso Assisi, ora si sono espressi favorevolmente in Parlamento sull?adesione all?intervento Usa, nei fatti un intervento di tipo militare. Che fare se vorranno unirsi comunque al corteo dei pacifisti? A ben guardare, si tratta di una situazione già vissuta due anni fa quando si unì al corteo Massimo D?Alema, allora capo di un governo che aveva sostenuto l?intervento Nato in Kossovo, suscitando reazioni forti nel mondo del pacifismo. “Chi siamo noi per poter impedire a qualcuno di partecipare?” chiede oggi come allora Flavio Lotti?. Porre dei veti sarebbe contrario allo spirito della marcia e agli insegnamenti di Capitini. Però sia chiaro che chiunque decida di venire, deve essere aperto al confronto, deve avere disponibilità e rispetto delle idee diverse dalla sua su come condurre la lotta al terrorismo”. Potrebbero quindi esserci marciatori favorevoli all?intervento pur dicendosi contrari alla guerra. “Sono contraddizioni che dobbiamo avere il coraggio di affrontare. Ognuno deve partecipare liberamente ed esprimere le proprie convinzioni. Soprattutto dobbiamo fare in modo che i cittadini italiani capiscano le nostre ragioni. Poi saranno loro a giudicare il comportamento dei politici” conclude. Anche di quelli che verranno per cercare consensi e voti ad un partito. “Marcia divisa contro la guerra e la NATO”, titola giustamente Unimondo.
Ma a conferma che la marcia e il desiderio di pace e di giustizia non hanno paura né dell dissenso costruttivo né di chi ne vorrà approfittare per successi personali o di gruppo, aumenta di giorno in giorno il numero delle adesioni alla marcia. Sfiorano quota 500 le organizzazioni che hanno confermato la loro partecipazione, e 250 gli enti locali. E anche Vita sarà lì, in marcia.

Per maggiori informazioni: Tavola della Pace

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