Welfare
La malattia mi ha portato in carcere
Quello che si dovrebbe imparare dalle testimonianze che arrivano da carceri e ospedali psichiatrici giudiziari è che può capitare anche a noi un momento nero nella vita...
Quello che si dovrebbe imparare dalle testimonianze che arrivano da carceri e ospedali psichiatrici giudiziari è che può capitare anche a noi un momento nero nella vita, e che non ci si dovrebbe mai sentire troppo sicuri della possibilità di non commettere un reato. È quello che emerge dalla testimonianza di Violetta, una donna rinchiusa nell?opg di Castiglione delle Stiviere, che racconta sul giornale degli internati, Surge et Ambula, la tragedia della malattia mentale che ha sconvolto la sua vita: «Cosa mi aspetto dalla vita? Tutto! Eh sì, anche se ho già quarant?anni mi aspetto ancora tutto non perché io non abbia avuto niente fino ad ora, anzi ho avuto tanto: una famiglia d?origine che era comunque un punto di riferimento, un buon lavoro anche se con qualche problema, un marito che almeno agli inizi mi dava affetto ed attenzioni, una figlia bellissima e affezionatissima. Poi è arrivata la mia malattia che ha scatenato un cataclisma nella mia vita e mio marito non voleva più capirmi, ho avuto voglia di morire. Ma, si dice che quando si è toccato il fondo non si può che risalire e quando ho trovato gli aiuti e gli stimoli giusti si è risvegliato il mio istinto vitale? In questa pausa forzata della mia vita, quello che mi spaventa di più è che questa condizione duri troppo a lungo e io non riesca più a riprendermi».
Qui Cassino
A Cassino è nato un centro di assistenza Caritas destinato ai familiari dei detenuti della casa circondariale S. Domenico, in un?area davanti al carcere concessa in uso dal Comune. Un modo importante per dare a chi arriva per i colloqui la possibilità di non massacrarsi in attese snervanti, con condizioni climatiche spesso pesanti per i bambini, per gli anziani, per le donne incinte, che devono stare parcheggiati davanti al carcere, magari dopo ore di viaggio e senza un bagno, una sedia, senza la possibilità di riposarsi e ricaricarsi un po? prima di incontrare i propri parenti detenuti.
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