Welfare

La lunga attesa della riforma Siae

Dopo l'approvazione da parte del Senato è ancora fermo alla Commissione Giustizia il progetto di legge che va a modificare la legge del 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto d'autore.

di Redazione

Camera: dopo l’approvazione da parte del Senato (nel giugno dello scorso anno) è ancora fermo alla Commissione Giustizia il progetto di legge che va a modificare la legge del 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto d’autore. Ora sempre sullo stesso argomento, ai primi di luglio di quest’anno, è stato presentato un disegno di legge delega, primi firmatari Giovanna Grignaffini e Fabrizio Barco dei Ds, che mira a togliere alla Siae, Società italiana degli autori ed editori il monopolio della rappresentanza del diritto d’autore. Sono anni che sul diritto d’autore si attende una riforma globale. La legge attuale risale al 1941 e in Commissione alla Camera è giunto dal Senato un progetto di legge (n. 4953), dopo lo stralcio del mese di ottobre ’98, diviso in due progetti. Con questo ddl si mira ad adeguare la normativa vigente, ferma a oltre cinquant’anni fa, ai nuovi mezzi di espressione e comunicazione. L’esame del provvedimento è però al momento fermo da quattro mesi, in quanto i commissari stanno attendendo una relazione tecnica del ministero del Tesoro. Per comprendere i cambiamenti basterebbe leggere alcuni brani del ddl, si parla infatti di “opere cinematografiche” cui vanno aggiunte le “opere audiovisive assimilate”. Viene introdotto il concetto di supporto contenente suoni, voci o immagini in movimento cui la Siae deve apporre un contrassegno. Sono esclusi i prodotti degli altri Paesi dell’Unione europea in conformità alle rispettive legislazioni nazionali. Il disegno di legge, invece, presentato ai primi di luglio e non ancora assegnato alla Commissione punta a eliminare il monopolio della Siae nella riscossione dei diritti che potrebbe essere affidata ad altre associazioni. La Siae resterebbe sì un ente di diritto pubblico impegnato nella tutela delle forme di creazione estetica, ma la vigilanza sul suo operato passerebbe dalla Presidenza del Consiglio al ministero della Cultura, con l’intervento di quello alle Finanze per le sue competenze. Inoltre il progetto di legge delega il governo a emanare un decreto legislativo per disciplinare la costituzione e la strutturazione di nuove forme organizzative della rappresentanza del diritto d’autore. Si tratterebbe in pratica del tentativo di liberalizzazione del mercato.


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