Non profit
La lotta alla fame non si vince con gli OGM
Milano, 28 maggio 2003 - Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) non sono la soluzione per avere raccolti capaci di sfamare gli 800 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame.
“L’utilizzo di sementi OGM rappresenta anzi una minaccia per i contadini più poveri”, denuncia il rapporto lanciato da Azione Aiuto. GM Crops – Going against the Grain esamina l’argomento delle multinazionali biotech che sostengono che le sementi OGM sono la soluzione al problema della fame nel mondo.
Il rapporto analizza l’impiego degli OGM in agricoltura e rivela che, nella migliore delle ipotesi, non ci sono evidenze di un miglioramento nelle condizioni di vita dei contadini. Si dimostra invece che l’utilizzo di queste tecnologie rende le famiglie più povere costringendole ad indebitarsi: i contadini devono infatti chiedere prestiti per comprare le sementi che non possono essere conservate per l’anno successivo.
“I cittadini europei non devono essere ingannati e portati ad accettare gli OGM in nome della possibilità di migliorare le condizioni alimentari nei paesi più poveri. Gli OGM non sono la soluzione al problema della fame nel mondo. Quello di cui hanno veramente bisogno i bambini, le donne e le famiglie che ancora oggi soffrono la fame sono terra, acqua, strade migliori per portare i raccolti al mercato,oltre che istruzione e un maggior accesso al credito“, sostiene Luca De Fraia, ufficio Ricerche e Strategie di Azione Aiuto.
La ricerca conclude che l’utilizzo delle sementi geneticamente modificate non solo non contribuisce ad alleviare il problema della fame nel mondo, ma rende ancora più acuta l’assenza di sicurezza alimentare nelle famiglie più povere.
Perché gli OGM non possono nutrire il mondo:
· le sementi geneticamente modificate sono state sviluppate per le grosse aziende agricole e poco si adattano alle esigenze dei piccoli contadini
· le sementi OGM sono state introdotte sui mercati internazionali con l’obiettivo di aumentare il profitto delle 4 multinazionali che controllano il mercato: Monsanto, Syngenta, Bayer Cropscience e DuPont.
· la legislazione internazionale sui brevetti vieta ai contadini di conservare i semi del raccolto e piantarli l’anno successivo. Inoltre, le multinazionali stanno sviluppando i cosiddetti ‘semi terminator’, che producono piante sterili.
· non vi sono prove che l’utilizzo dei semi OGM produca raccolti più ricchi e consenta una diminuzione nell’uso dei pesticidi. Le sementi di soia della Monsanto producono fino all’11% in meno di quelle non geneticamente modificate.
Azione Aiuto raccomanda che non si sostenga la vendita di sementi OGM fino a che non ci sia certezza sul loro impatto, soprattutto sull’economia delle famiglie e degli stati più poveri. Gli stati del Sud del mondo, che hanno economie fortemente legate alla produzione agricola, hanno il diritto di poter aprire un dibattito interno per scegliere se e come far entrare gli OGM nei loro paesi.
Qualche dato:
· nel 2002 sono stati coltivati con sementi OGM 58 milioni di ettari – tre volte la superficie dell’Italia;
· solo l’’1% della ricerca sugli OGM è condotto su sementi che possono essere usate dai contadini più poveri;
· le industrie biotech americane spendono 250 milioni di US$ per promuovere gli OGM;
· la possibilità che i piccoli contadini possano utilizzare una delle poche sementi OGM che potrebbero essere loro utili è oggi 1 su 250;
· le 4 multinazionali che vendono sementi OGM hanno guadagnato 21,6 miliardi di US$ nel 2001 dalla vendita di fertilizzanti e pesticidi;
· il 91% delle sementi OGM vendute nel 2001 era della Monsanto.
“Nel mondo si produce cibo sufficiente per sfamare tutti. Il problema della fame è causato delle disuguaglianze e dalla povertà. Se vogliamo risolverlo sarebbe meglio affrontare questi problemi, non fare investimenti miliardari nelle tecnologia OGM” sostiene Adriano Campolina Soares di Azione Aiuto Brasile.
FINE COMUNICATO
NOTE:
Azione Aiuto nel mondo è una delle principali ONG di sviluppo, lavora in 40 paesi con più di 10 milioni di persone per combattere la povertà e la discriminazione.
Azione Aiuto in Italia è tra le ONG fondatrici della campagna “Questo mondo non è in vendita” che si oppone all’allargamento del WTO nelle politiche agricole e chiede leggi internazionali eque nei confronti delle nazioni più deboli.
Azione Aiuto in Gran Bretagna è membro della campagna Five Year Freeze, una coalizione di 120 ONG che chiede una moratoria internazionale per la commercializzazione degli OGM.
Azione Aiuto in Brasile guida la campagna OGM Free. Ha inoltre condotto ricerche su sementi di soia OGM piantate illegalmente e organizzato tribunali popolari dove i contadini discutono sull’utilizzo delle sementi OGM.
Azione Aiuto in Pakistan ha prodotto un documentario sulle piantagioni illegali di cotone OGM e mobilitato una coalizione per bloccare la distribuzione di olio di soia americano contenente OGM.
Azione Aiuto in Uganda ha condotto incontri informativi sugli OGM coinvolgendo il governo ed i contadini locali. Stiamo inoltre investigando su sospette coltivazioni illegali di mais OGM.
Azione Aiuto in Mozambico ha organizzato una coalizione con la società civile per chiedere che si investighi la presenza di OGM negli aiuti alimentari degli USA.
Per maggiori informazioni e per interviste contattare:
– ad AnneMasse-Evian: Chiara Guerzoni – tel +39 347 0679441 – chiarag@azioneaiuto.it
– a Milano: Stefania Donaera – tel +39 02 742001 – stefaniad@azioneaiuto.it
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