Cultura

La lettera di dimissioni di Zanda

"Il principale motivo di questa decisione e' l'impossibilita' di collaborare positivamente con il presidente Antonio Baldassarre e con il direttore generale Agostino Sacca' "

di Redazione

”Signor Presidente del Senato della Repubblica e Signor Presidente della Camera dei Deputati, desidero informar Loro che ho deciso di rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione della Rai”. Comincia cosi’ la lettera con la quale Luigi Zanda informa i presidenti delle Camere delle sue dimissioni, che l’Adnkronos e’ in grado di anticipare. In tre cartelle e mezzo, Zanda sottolinea che ”il principale motivo di questa decisione e’ l’impossibilita’ di collaborare positivamente con il presidente Antonio Baldassarre e con il direttore generale Agostino Sacca’ dei quali non sono riuscito a comprendere quali siano gli ideali, la visione del futuro, le strategie operative e gestionali. Non riesco a comprendere come sia possibile -prosegue Zanda- che alla guida della Rai vengano mantenuti l’attuale presidente e l’attuale direttore generale. La situazione dell’azienda e’ particolarmente critica. La qualita’ dei programmi e’ molto discutibile, il rispetto del pluralismo e’ stato mortificato a cominciare dall’indicazione che il numero dei dirigenti che fanno riferimento all’opposizione (!) sarebbe passato dal 7 al 14%, l’ingiustificata emarginazione di professionisti di valore e la loro fallimentare sostituzione sono sotto gli occhi di tutti, l’omologazione dei programmi con quelli della concorrenza e’ sempre piu’ vistosa, la posizione finanziaria netta e’ peggiorata e per fine 2002 si preannuncia per il gruppo Rai un indebitamento piu’ che quadruplicato rispetto alla stessa data dell’anno scorso. I flop di varia misura di gran parte dei nuovi programmi voluti e preparati dalle principali nuove direzioni non corrispondono in nessun modo a quel risultato minimo che la televisione pubblica e’ obbligata (si’, e’ obbligata) a garantire ai propri utenti in cambio del canone. In otto mesi -si legge ancora nella lettera di dimissioni di Zanda- il Consiglio di amministrazione ha prodotto decine e decine di nomine, pressoche’ tutte in totale assenza di collegialita’, sempre su proposta del direttore generale e con una maggioranza stabile di tre consiglieri su cinque”. ”Sinora, ne’ il presidente Baldassarre ne’ il direttore generale Sacca’ hanno mostrato una chiara percezione dei problemi, una visione strategica delle iniziative da assumere, una autentica autonomia aziendale -aggiunge Zanda- La mia preoccupazione per la loro inadeguatezza e’ molto elevata. Un consigliere di amministrazione di una societa’ per azioni come la Rai non puo’ restare al suo posto se non condivide non dico le singole decisioni, ma nemmeno l’impostazione generale che i due capi-azienda hanno sinora dato alla loro attivita. Piu’ volte, sia formalmente che informalmente, ho segnalato la criticita’ delle condizioni della Rai e piu’ volte ho detto le cose che avevo da dire -afferma ancora Zanda- Ho anche indicato quali sarebbero potute essere, a mio avviso, le azioni da intraprendere. Per un motivo o per un altro, nessuna delle mie proposte e’ stata mai discussa in Consiglio”. ”Nei limiti delle mie capacita’, ho fatto quel che ho potuto per modificare la linea gestionale seguita dagli attuali amministratori della Rai -scrive il consigliere dimissionario- per migliorare l’organizzazione dei lavori del Consiglio, per introdurvi maggiori elementi di pluralismo, per affrettare la riorganizzazione dell’azienda. Ma non ci sono riuscito. Signor Presidente del Senato e Signor Presidente della Camera -prosegue Zanda- da due settimane e’ all’ordine del giorno del Cda la nomina di dirigenti destinati ad occupare posizioni centrali per il futuro della Rai: segnalo quelle dell’amministratore delegato della Sipra, del direttore della Fiction, del direttore del coordinamento dei palinsesti. Per numerosi motivi non ho condiviso le proposte che il direttore generale haportato al Consiglio con un ingiustificato ritardo di molti mesi. Nessuno dei candidati di Agostino Sacca’ possedeva, a mio avviso, i requisiti necessari. Su sollecitazione del presidente, dell’intero Consiglio e del direttore generale, ho presentato assieme a Carmine Donzelli proposte alternative di grande valore nelle persone di due dirigenti Rai: Angelo Guglielmi e Giuseppe Cereda”. ”Nonostante gli espliciti ed anche pubblici apprezzamenti di Baldassarre e degli altri consiglieri sul livello professionale di Guglielmi e Cereda, ieri sera Agostino Sacca’ ha cambiato un’altra volta parere ed ha presentato proposte ancora una volta diverse da quelle che lui stesso aveva indicato solo pochi giorni fa. Queste oscillazioni del direttore generale -scrive Zanda- non hanno alcuna motivazione, ma in questi otto mesi nemmeno una volta ho aperto con lui o con il Consiglio trattative ‘politiche’ per nominare questo o quel dirigente e non intendo farlo neanche davanti a questa ultima trovata di Sacca”’. ”Nonostante l’evidente gravita’, questo episodio non costituisce il motivo delle mie dimissioni -afferma Zanda- E’ soltanto l’ultima conferma di un metodo di gestione che se non verra’ immediatamente modificato produrra’ ancora molti danni alla Rai. Ho molto rispetto per la Rai, tanto da aver lasciato ogni mio altro incarico per poterle dedicare tutto il tempo necessario -si legge ancora nella lettera di Zanda- Le auguro, quindi, i migliori successi e li auguro anche a tutti coloro che con competenza e passione vi lavorano. Formulo la speranza che la mia analisi sulla gravita’ dell’attuale situazione dell’azienda non sia esatta e che, invece, la guida di Baldassarre e Sacca’ si riveli piu’ credibile di come sinora mi e’ apparsa”. ”Invio copia di questa lettera al presidente, al Consiglio di amministrazione, al direttore generale ed ai Sindaci della Rai. Ne informero’ anche il presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai e l’azionista nella persona del ministro dell’economia. Ringrazio ancora loro, signor presidente del Senato e signor presidente della Camera -conclude Zanda- per la fiducia accordatami ed invio i miei piu’ cordiali saluti”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.