Non profit
La legge in dirittura d’arrivo
Il sottosegretario Stefano Saglia, intervenuto al convegno organizzato da Vita e dall'ordine dei commercialisti oggi a Milano: il nodo della copertura finanziaria sarà superato
«La legge del 5 per mille farà presto» questa la promessa arrivata dai politici presenti al convegno di Milano 5 per mille, arriva la legge organizzato dal Gruppo Vita e dall’ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano. Il convegno ha fatto il punto sul cammino parlamentare del disegno di legge, che è al Senato alla Commissione Finanze, e che è stato messo a punto dall’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà.
I saluti iniziali sono stati del vicepresidente dell’Ordine dei Commercialisti di Milano Fabrizio Copaloni che ha ribadito l’impegno dell’ordine a favore del Terzo Settore attraverso la pubblicazione di manuali tecnici a uso dei commercialisti e nell’organizzazione di convegni, di cui proprio questo è il secondo dedicato al 5 per mille. Subito dopo si è entrati nel vivo dei lavori con l’intervento del coordinatore della segreteria dell’Intergruppo Emmanuele Forlani, il quale ha riferito appunto della discussione in commissione finanze. Forlani ha spiegato che in realtà il ddl è una norma quadro che mira a introdurre nel nostro ordinamento il 5 per mille; in quanto norma quadro dovrà poi essere arricchita di contenuti a cura dei vari ministeri attraverso appositi decreti. Quanto ai beneficiari, la proposta di legge ha escluso, dopo un approfondito dibattito, le associazioni sportive dilettantistiche, mentre ha incluso le fondazioni riconosciute attive negli ambiti definiti dall’articolo 10 della legge sulle Onlus.
Punti importanti però sono quelli da definire attraverso i decreti: la certezza dei tempi delle erogazioni, la certezza dei tempi dell’iscrizione degli enti beneficiari e la trasparenza sull’uso dei fondi, che dovrà esplcitarsi senza aggravi burocratici ma con assoluta puntalità. Proprio per questo l’auspicio dell’Intergruppo per la Sussidiarità è che si obblighino gli enti che hanno ricevuto più di 50 mila euro a rendere pubblici i bilanci mentre quelli che hanno ricevuto meno di 50mila euro a redigere un rendiconto da esibire se richiesto dal contribuente o dalle autorità. Un altro punto sensibile sarà salvaguardare la libertà di scelta del contribuente senza automatismi né elenchi di organizzazioni iscritte d’ufficio, come è capitato l’anno scorso con le associazioni sportive dilettantistiche.
Uno dei problemi più sentiti è quello della copertura finanziaria del ddl, che ha visto accendersi un dibattito tra i politici intervenuti: Stefano Saglia sottosegretario al Ministero dell’Economia, Bruno Tabacci dell’Udc e Matteo Colaninno del Pd. Saglia ha ribadito l’impegno del governo per il 5 per mille e ha ammesso le difficoltà di copertura, ma si è detto convinto che il ministro Tremonti e il Tesoro sapranno superarle anche per la natura dei problemi che sono «rituali» cioè comuni a ogni intervento che comporti spese. Tabacci ha sottolineato la bontà del 5 per mille inquadrandolo però nel contesto italiano in cui l’evasione fiscale è al 30%. Per l’onorevole dell’Udc c’è la necessità di regole per diminuire il sommerso e così dare più valore anche allo stesso 5 per mille. Infine Colaninno ha sottolineato che il successo del 5 per mille è dovuto alla sua chiarezza di presupposti e finalità, per cui sarà importante «proteggerlo dalle tentazioni della politica» evitando di annacquarlo con ipotesi come quella della sua destinazione all’Abruzzo.
Infine è intervenuto Stefano Zamagni, presidente Agenzia delle Onlus, che oltre a sollecitare una veloce approvazione della legge ha evidenziato tre questioni da risolvere nel ddl: l’individuazione dei soggetti beneficiari, il controllo e la problematica dell’equità e dell’accesso. Ha auspicato l’esclusione di tutte quelle realtà che, pur essendo non profit, non producono utilità sociale (come per esempio i tanti circoli ricreativi), lo svolgimento di controlli sostanziali e non solo formali, ponendo quindi attenzione all’impatto che i fondi hanno per i beneficiari, e infine ha invitato a introdurre correttivi sulla discriminazione delle piccole realtà che, a cusa di scarsi budget pubblicitari, difficilmente accedono ai fondi.
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