Volontariato

La legge di casa Coletta: bussate e vi sarà aperto

La donna che dopo la strage lesse il Vangelo in tv, ha fondato una associazione, per cui ha speso gran parte del risarcimento dello Stato. Scopo: aiutare i bambini.

di Gabriella Meroni

«M ah. È successo poco e tutto». La domanda era «Come va?», ma Margherita Coletta non è donna da accontentarsi di rispondere con un semplice «Bene, grazie». È passato un anno dalla strage di Nassiriya, in cui morirono 19 italiani, di cui 17 carabinieri, e tra loro suo marito, il brigadiere Giuseppe Coletta, un uomo generoso che amava i bambini e che quel giorno era appena rientrato da un giro all?ospedale della città, reparto pediatria. Lei, sua moglie e compagna dall?adolescenza, appena ricevuta la notizia era andata davanti alle telecamere dei telegiornali a leggere, con gli occhi gonfi e la voce tremante, il brano del Vangelo che esorta all?impossibile: «Amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori». E poco tempo dopo, al nostro giornale aveva detto: «Se Gesù ha permesso questa morte, l?ha permessa non per farmi del male ma perché c?è un disegno più grande dietro. Ne ho la certezza assoluta. È qualcosa di più grande che deve succedere». È successo poco, da quel 12 novembre 2003, perché Margherita non ha cambiato la sua vita: è rimasta ad Avola, dove vivono i suoi genitori, con la figlia di tre anni; e tutto, perché «la mia vita si è rivoluzionata». Com?è nel suo stile, questa minuta donna dagli occhi nerissimi è andata avanti. E pensando a come continuare il lavoro del marito, ha fondato, il 17 settembre scorso, un?associazione. «Si chiama ?Margherita e Giuseppe Coletta, bussate e vi sarà aperto?», snocciola tutto d?un fiato. E viene in mente che non è mai esistito un nome tanto poco commerciale e tanto bello. «Me l?hanno suggerito gli amici di Napoli, dove io e Giuseppe abitavamo prima che lui partisse per l?Iraq. ?In casa vostra la porta era sempre aperta?, mi hanno detto, così mi è sembrato naturale». La sede del nuovo gruppo è nel quartiere del Sacro Cuore di Avola e ha come scopo aiutare chiunque si trovi in difficoltà, a cominciare dai bambini. «Dio l?ha voluto, non io», si schermisce Margherita. «È stato lui a far sì che succedesse tutto così bene e così in fretta». Il risarcimento dello Stato, che è arrivato a tempo di record, il sostegno di don Fortunato di Noto, il prete anti pedofilia che dei Coletta è il parroco e che ha aiutato Margherita a stendere lo statuto. Appena fondata, l?associazione ha guardato verso l?Albania, dove Margherita era stata al seguito del marito, di stanza a Tirana. Per ora, ha aiutato un bambino albanese malato a farsi operare all?estero, e sempre in Albania ha preso contatti con alcune suore che hanno bisogno di arredi per una scuola. Anche ad Avola, però, la povertà e la solitudine non sono sconosciute. E la Coletta ci ha pensato, acquistando una palazzina nel centro del paese e ristrutturandola per aprirvi la sede dell?associazione e anche un appartamento dove accogliere, in emergenza, persone bisognose di un riparo temporaneo. «Avrei voluto aprire una casa di accoglienza, ma ottenere i permessi era complicato», racconta Margherita, «quindi mi sono limitata a tenere la porta aperta, nello spirito di Madre Teresa». «Per questo progetto ha usato gran parte di quello che ha ricevuto, sia dallo Stato che dai privati, per sé non ha tenuto quasi nulla», rivela don Di Noto, che venerdì 12 ha ricordato anche nella sua chiesa, con una messa solenne, i caduti di Nassiriya. «E io che continuo a ripeterle: Margherita sii prudente, hai una figlia piccola, pensa al suo futuro. Ma lei non mi ascolta. È fatta così…». Già. Sarà fede, sarà ottimismo, ma Margherita Coletta pensa, vede e parla sempre positivo. «Non avevo dubbi che il Signore mi avrebbe aiutato e così è stato», dice. «Tutte le persone che mi hanno scritto, telefonato, inviato aiuti… quanti grazie devo dire. Anche agli avolesi, ai negozianti… adesso c?è un musicista del paese che ha inciso un cd dedicato a Giuseppe e agli altri caduti, il cui ricavato andrà all?associazione. E chi se l?immaginava? Sono contenta, contenta». Info: Come aiutare Margherita Da Avola all?Iraq Lo scorso 17 settembre Margherita Coletta, vedova del brigadiere dei carabinieri Giuseppe, caduto a Nassiriya il 12 novembre 2003, ha fondato l?associazione ?Margherita e Giuseppe Coletta, bussate e vi sarà aperto? con sede ad Avola. Scopo del gruppo, nel quale Margherita ha investito gran parte del risarcimento ricevuto dallo Stato, è aiutare i bambini disagiati e in generale tutte le persone in difficoltà. Attualmente è in corso un progetto per rifornire di arredi una scuola elementare in Albania, e sarà presto nei negozi il cd Nassiriya, inciso dal musicista avolese Massimiliano Di Stefano, i cui proventi andranno a favore dei bambini iracheni. Per aiutare l?associazione, cc postale 58220526, email: margheritagiuseppe@aliceposta.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA