Politica
La legge di Bilancio 2020 ignora la cooperazione allo sviluppo
Mai come ora lo stato della cooperazione italiana allo sviluppo può definirsi “comatoso”. A 5 anni dall’approvazione della Legge n. 125 del 2014, tanti impegni restano ancora sulla carta. La protesta della società civile
di Redazione
Tra il 2017 e il 2018 si è passati da 5,19 miliardi a 4,15 miliardi di euro e anche dal Disegno di Legge di Bilancio 2020-2022 non arriva nessun segnale di ripresa.
Con questa prospettiva, il rapporto fra Aiuto Pubblico allo Sviluppo e ricchezza nazionale si terrà con ogni probabilità sotto la soglia dello 0,25%, anni luce di distanza dall’obiettivo dello 0,70% da raggiungere entro il 2030.
AOI, CINI e Link2007, rappresentanze delle Organizzazioni Non Governative italiane, consapevoli della gravità di questo disimpegno istituzionale nel settore, si sono impegnate affinché il DdL Bilancio contenesse maggiori risorse e misure che rilanciassero lo stato della cooperazione allo sviluppo italiana.
In particolare l’attenzione delle Ong si è concentrata sull’adeguamento degli stanziamenti per l’APS, il trasferimento dal Ministero degli Interni al Ministero degli Esteri e Cooperazione dei fondi non impegnati nell’accoglienza dei migranti, ed il completamento degli organici per la piena operatività dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione.
Con il voto di fiducia dell’Aula del Senato, si prende atto con amarezza e sconcerto di un nulla di fatto.
Di fronte ad un quadro sconfortante, le centinaia di organizzazioni aderenti ad AOI, CINI e Link2007 chiedono al Governo e alle forze politiche rappresentate in Parlamento impegni seri per rilanciare il ruolo dell’Italia come attore solidale e di sviluppo.
AOi Associazione Ong Italiane, CINI Coordinamento Italiano Ngo Internazionali, LINK2007 cooperazione ın rete.
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