Non profit

La legge dello scarica barile

di Salvatore Pettinato

Un aspetto della tragedia del Galeazzi che mi ha colpito particolarmente è il tetro accanirsi di tutti sul fattore legale, in tutti gli angoli e gli spigoli di questo incredibile evento di morte.
Già all?indomani del fatto, e poi per lungo tempo, è sembrato che la principale cosa da fare, anche per capire gli eventi (!), fosse il responsabilizzare legalmente qualcuno, tuffandosi così nella ridda di spunti offerta dalle leggi sui controlli, sugli interventi pubblici, sulla Regione, sul ministero della Sanità, sulla violazione della legge dei controlli di sicurezza sui luoghi di lavoro, sul fatto che nessuno denunciava preventivamente i pericoli e così via.
Veniva, tra l?altro, osservato con magniloquenza, forse per rassicurare i parenti dei poveri morti, che la legge impedisce, ovviamente, di perquisire chi entra in una camera iperbarica, per il prioritario diritto alla privacy. Insomma la tragedia del Galeazzi ha assunto sui giornali il tristissimo e cinico carattere di un?esercitazione legale. Una esercitazione paradigmatica di una tendenza che si afferma sempre di più (terremoti, disastri ecologici etc.).
Nel comune cittadino (che dignità i parenti delle vittime che hanno rifiutato di farsi trascinare nello scaricabarile politico-legale!) cresce sempre più la sensazione che tale esercitazione e l’enfatizzazione degli aspetti di legalità serva più che altro al lavaggio della coscienza statale o collettiva in genere. Che tristezza: nessuno che pensi mai di rivendicare il primato del bisogno umano, della responsabilità umana, della cooperazione umana corretta, della legittimità di alcuni valori senza rifugiarsi nella mediazione della legge.
Prima ancora delle violazioni di legge, dovrebbe aver risalto la ?banale? questione di leggerezza assassina che impregna di sè, a prescindere dalle norme, un fatto come quello del Galeazzi. Invece, stressando, come si fa, l?importanza dell’aspetto legale nelle cose sociali, viene nel contempo sopraffatta l?importanza che in questi casi dovrebbe essere data al senso di responsabilità umana extralegale, che invece dovrebbe sempre prevalere. È tragico osservare come sempre di più le persone omettono quel massimo di concentrazione e di cautela che deriva dal rispetto della persona umana, soprattutto se bisognosa, che dovrebbe essere sempre presente perché vero cemento all?organizzazione civile.
Le cose vanno fatte bene non per legge o per obbligo, ma perchè è moralmente dovuto il farle con impegno.

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