Sostenibilità

La legge delega sull’ambiente: proteste motivate o pretestuose?

Faccia a faccia: rispondono Paolo Togni (Capo gabinetto ministero dell'Ambiente) e Diego Tommaso (Assessore all'Ambiente Regione Calabria)

di Chiara Sirna

1. La legge delega ha sollevato proteste di ambientalisti e sindacati ed è stata approvata escludendo la comunità scientifica. Perché? Paolo Togni: La comunità scientifica è stata ascoltata nei suoi esperti più credibili. Noi ci avvaliamo di scienziati internazionalmente accreditati, non di quattro cialtroni a libro paga. Gli ambientalisti? Non hanno partecipato i contrari, gli altri sì. I sindacati hanno preso parte anche all?ultima riunione due settimane fa. Le Regioni hanno ricevuto il testo il 7 dicembre e avevano tempo di replica fino al 7 gennaio. Decorsi i termini, il parlamento procede. Diego Tommasi: La legge delega stravolge l?impianto giuridico e legislativo in materia che si era costruito a fatica nel corso degli anni. Molte norme di tutela e di garanzia sono state spazzate via, di fatto, da una nuova normativa che, in alcuni settori, rifonda completamente il diritto ambientale. Il governo ha deliberatamente voluto stravolgere l?organizzazione legislativa della materia in barba a qualsiasi forma di coinvolgimento delle parti sociali. 2. Per i titolari di industrie è stato abolito l?obbligo di ripristinare l?area inquinata al termine delle attività. Si avrà quindi licenza di inquinare? Togni: Una sciocchezza che può dire solo chi non ha letto il testo di legge. Cambia solo l?analisi del rischio. Se anziché un asilo nido bisogna dare luogo a una seconda attività industriale non è necessario che il terreno non abbia più alcuna contaminazione negativa. Dunque si bonifica comunque, ma su un livello minore, meno complesso, con procedure più brevi e meno costose. Tommasi: Viene spazzato via il principio di responsabilità per cui «chi inquina paga». Risultato: i costi che dovrebbe sostenere chi svolge un?attività professionale inquinante, dalla quale deriva profitto, ricadono sull?intera collettività. La deresponsabilizzazione degli inquinatori di fatto ci riporta indietro di anni: i costi dell?ambiente sulla collettività torneranno ad essere molto esosi. 3. Dopo l?emanazione del decreto attuativo della legge delega, è ancora plausibile parlare di collaborazione tra Stato ed enti locali? Togni: È giusto che la collaborazione preveda correttezza e buona fede da ambo le parti. Da che mondo e mondo la partecipazione degli enti locali avviene in fase attuativa e non legislativa, perché quello è un campo di competenza esclusiva dello Stato. In ogni caso si tratta sempre di trovare la volontà di collaborare: se questa volontà diventa imposizione, si scivola nella prepotenza. Da parte delle Regioni che c?è stato un rifiuto a collaborare. Tommasi: Non ritengo che questo governo abbia mai voluto veramente collaborare con gli enti locali e promuovere la partecipazione delle parti sociali. E, ahimè, non solo per quanto riguarda la legge delega. La maggioranza non ha fatto altro che leggi che rappresentano un vero e proprio attentato ai diritti e agli interessi collettivi. Vedi l?ambiente, la salute, la salubrità dei cibi e dei luoghi, per i quali si era consolidato un diritto sostanziale. 4. L?Europa ha aperto una nuova procedura d?infrazione contro l?Italia sulla questione rifiuti. Cosa significa ? Togni: Questo è un falso. Nessuna procedura sulla delega 308/2004. I provvedimenti presi riguardano alcuni articoli su norme di immediata attuazione. Ma la stessa cosa è accaduta per la Spagna. Allora la Corte europea di giustizia si ritrovò a dare torto alla Commissione e così sarà anche per noi perché la Commissione è sempre troppo restrittiva. Esistono 13 diverse definizioni di rifiuto ed è giusto che non venga considerato rifiuto ciò che può essere riutilizzato. Tommasi: La procedura di infrazione avviata nei confronti dell?Italia dalla Commissione europea riguarda le discariche non bonificate, ovvero i luoghi utilizzati per il deposito dei rifiuti e non ripristinate a ciclo concluso. Purtroppo però le procedure di infrazione sono numerose e non riguardano solo il settore dei rifiuti. L?Italia sta muovendo i primi passi nel settore della legislazione ambientale. Dopo le riforme Berlusconi però sarà ancora più difficile. 5. Ritiene fondato l?allarme lanciato dagli ambientalisti sulle scarse garanzie fornite dalle procedure di Via e Vas? Togni: Per quanto riguarda la Via sono state rispettate tutte le garanzie. La valutazione viene fatta sul piano preliminare, su quello definitivo e come se non bastasse si impone anche la verifica delle autorizzazioni in fase di cantiere. La Vas invece è una nuova strategia, non ci sono ancora elementi per poterla criticare. Tommasi: I decreti delegati stravolgono il precedente impianto normativo sia della Via che della Vas, rendendo, di fatto, aleatori gli obiettivi di valutazione a priori degli effetti che i nuovi insediamenti possono causare all?ambiente. Il governo ha escluso tante categorie progettuali precedentemente sottoposte a Via e Vas.


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