Mondo

La leadership africana di ritorno?

Il presidente uscente namibiano, Hifikepunye Pohamba, riceve il Premio (ambitissimo) Mo Ibrahim per la good governance. Un miracolo, e vi spieghiamo il perché

di Joshua Massarenti

Si chiama “Premio Mo Ibrahim per la good governance” ed è riservato a leader africani. Sulla carta sembra un premio come tanti altri, dal titolo non proprio sexy, anzi per la verità un po’ soporifero. In realtà così non è. Dotato di cinque milioni di euro, il premio è ritenuto uno dei più prestigiosi e più seri che esistano al mondo. Infatti, può essere assegnato solo a un ex capo di stato o di governo di un paese africano, che è stato in carica almeno tre anni – ma solo dopo essere stato eletto democraticamente – e che ha dimostrato di avere qualità di leadership “eccezionali”, diventando un modello per tutto il continente.

Conquistarlo è quindi impresa durissima, e in Africa lo paragonano ormai all'Everest. La scalata è talmente faticosa che abbiamo dovuto aspettare quattro anni per vedere un leader africano conquistare di nuovo la vetta. Istituito dalla fondazione del miliardario di origine sudanese Mo Ibrahim, il premio fu assegnato per la prima volta nel 2007 all’ex Presidente del Mozambico, Joachim Chissano, al quale susseguirono Festus Mogae nel 2009 (Botswana), Pedro Pires nel 2011 (Capo Verde) e… oggi l’attuale Presidente uscente della Namibia, Hifikepunye Pohamba.

Quattro vincitori in otto edizioni è cosa più unica che rara. Anzi unica e basta. Due sono motivi che spiegano questo fenomeno: il Premio Ibrahim è a volte più duro da aggiudicare che da conquistare. Infatti la giuria guidata dall’ex diplomatico tanzaniano, Salim Ahmed Salim è talmente esigente nei confronto dei candidati potenziali che in ben quattro occasioni (2009, 2010, 2012 e 2013) ha deciso di non assegnare il premio. E non è questione di presunzione. Sull’Africa si possono avere pareri molti divergenti, ma pochi possono ormai contestare il fatto che senza good governance e alternanze politiche credibili, l’attuale crescita del continente africano rischia di avere il fiato corto.

Purtroppo i leader africani ce l’hanno messa tutta per non riempire i parametri richiesti dal Premio Mo Ibrahim. Ed è questo il secondo motivo dell’assenza di premiati in quattro anni. Da Yoweri Museveni (Uganda) a Robert Mugabe (Zimbabwe), passando per Omar El-Bashar (Sudan) e Paul Biya (Camerun), pochi sono i presidenti eletti africani in grado di conquistare il riconoscimento supremo. Considerando che l’Africa è composta da 54 Stati, è un po’ preoccupante (anche se c’è chi ricorda che lo stesso discorso ma con altri parametri potrebbe valere per l’Europa, dove i leader si contano sulle dita di una mano).

Per la cronaca, Hifikepunye Pohamba è stato ricompensato per “aver dato la priorità alla coesione e alla riconciliazione nazionali quando la Namibia stava attraversando una fase cruciale per il consolidamento della sua democrazia e dello sviluppo socio-economico”. Ex ribelle in lotta per l’indipendenza della Namibia, Pohamba è stato eletto per due mandati consecutivi nel 2004 e nel 2009. Il 21 marzo sarà sostituito da Hage Geingob, eletto alle elezioni di fine novembre 2014.

Con il Premio Mo Ibrahim, Pohamba riceverà cinque milioni di dollari e un vitalizio di 200.000 dollari all’anno.


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