Cultura

La guerra poteva essere evitata

Intervista al vescovo di Tripoli:«Uno spiraglio importante di mediazione in corso prima dell’intervento di Sarkozy»

di Redazione

«Qualche giorno prima che Sarkozy decidesse di bombardare, si erano aperti spiragli veri di mediazione. Ma le bombe hanno compromesso tutto». Lo ha detto al settimanale Vita il vescovo di Tripoli Monsignor Innocenzo Martinelli in un’intervista in uscita venerdì 25 marzo nella quale il vescovo francescano, a Tripoli dal 1985, ricostruisce i retroscena pre intervento militare.

«Posso testimoniare che da parte libica alcune istituzioni stavano tentando la negoziazione. E in prima linea come interlecutore c’era proprio l’Italia. Qualche giorno prima dei bombardamenti francesi ho avuto un incontro positivo con il segretario generale della World Islamic Call Society (WISC), un’istituzione sponsorizzata dalla Libia che ha come mission la diffusione dell’Islam, ma che è aperta e disponibile».

Secondo la ricostruzione offerta da Martinelli «i contatti con loro sono continuati e mi hanno detto che c’era sul tappeto un tentativo di mediazione, che coinvolgeva anche l’Italia. A un certo punto si è parlato anche di un’importante personalità africana, un’autorità morale che si sarebbe spesa per questo negoziato. Invece poi bruscamente tutti questi tentativi sono stati interrotti».

Sul perché l’interventismo abbia preso il posto del negoziato, il vescovo confida di non riuscire a capirlo. «Soprattutto non mi spiego» ha sottolineato Martinelli «la posizione dell’Italia, che ha coltivato in questi anni molti rapporti con la Libia, sia diplomatici che commerciali: poteva restare al suo posto, anche solo neutrale, per cercare di vedere come ritrovare un cammino invece di precipitarsi nel baratro della guerra».

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