Sostenibilità
La guerra della benzina
Il prezzo alla pompa continua a salire. Inneficace l’intervento di Scajola. I petrolieri: andiamo avanti
Nuovo ritocco al rialzo dei prezzo della benzina e del gasolio nei distributori. Un litro di verde è rincarato di 7 centesimi rispetto a metà luglio raggiungendo quota 1,34 euro, mentre il gasolio è tornato sopra 1,16 euro. Effetto dell’aumento delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali. Il Brent (riferimento a livello mondiale) si è infiammato salendo sopra i 75 dollari al barile, ai massimi da ottobre. Alcune associazioni dei consumatori però temono che questo nuovo aumento sia frutto soltanto di un meccanismo speculativo con doppia velocità di adeguamento. Un aspetto che ha richiamato l’attenzione dell’Antitrust e di Mister Prezzi, oltre che produrre un intervento del governo.
L’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e i petrolieri, non ha sortito effetti, secondo i produttori infatti gli aumenti sono giustificati dalle speculazioni di mercato. Il monitoraggio sulla rete arriva da «Staffeta quotidiana» e «Quotidiano energia». Le uniche a intervenire sui listini, spiega «Quotidiano energia», sono state Api, IP ed Esso: entrambe hanno limato al ribasso il solo prezzo del diesel, le prime due di 0,2 centesimi a 1,159 euro al litro, l’altra di 0,3 centesimi a 1,160 euro al litro. Secondo le rilevazioni di «Staffetta quotidiana», la verde ha un prezzo minimo di 1,334, medio di 1,341 e un massimo di 1,349; il gasolio un minimo di 1,158, una media di 1,163 e un massimo a 1,169 euro al litro. Le indicazioni sul futuro, prosegue «Staffetta quotidiana», dai mercati dei prodotti petroliferi del Mediterraneo danno la benzina in calo e il gasolio in lieve aumento.
Le associazioni dei consumatori puntano il dito contro il governo, a cui viene chiesto esplicitamente di promuovere azioni concrete. Tante le proposte. C’è chi come Adiconsum spinge per ottenere un’autorità che controlli i carburanti e i loro prezzi oltre a chiedere alle compagnie petrolifere che il prezzo alla pompa vari con una frequenza di 3 mesi, così come già avviene per luce e gas.
Per Aduc invece quello che sta avvenendo è il fallimento di un modello energetico e il frutto della miopia dei governanti. L’unica proposta di Aduc è la riduzione dell’imposizione fiscale sui carburanti che oggi e’ al 70%: le famose accise.
Ecco cosa c’è in un litro di benzina:
– 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
– 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
– 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
– 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
– 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
– 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
– 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
– 205 lire per la missione in Libano del 1983;
– 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
– 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.
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