Mondo

La guerra del manifesto

Una provocazione di Greenpeace. E la candidata governatrice denuncia

di Riccardo Bianchi

Alla fine è arrivata anche la denuncia, e c’era da aspettarselo. D’altronde questa campagna elettorale per le elezioni regionali sarà anche scarsa di contenuti, ma quella di Greenpeace ne aveva eccome. Troppi per piacere a tutti. O, forse, esposti con troppa passione.

L’ultima provocazione ha toccato direttamente, la candidata PdL del Lazio, Renata Polverini. Gli ambientalisti hanno attaccato manifesti identici a quelli dell’ex sindacalista Ugl, ma con sfondo bianco e scritta “Sicuramente il nucleare a Montalto di Castro e Latina (ma dopo le elezioni)”, parafrasando quella ufficiale “Sicuramente il lavoro”. Lei non l’ha presa bene e ha sporto denuncia.

 «Siamo spiacenti che se la sia presa così per una provocazione fatta con pochi manifesti e subito presentata come un falso. Evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto» ha commentato il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio. Gli attivisti, però, non hanno fatto un passo indietro. Anzi, hanno accusato la Polverini di mentire agli elettori, ricordando come abbia cambiato idea sul nucleare, definita all’inizio della campagna elettorale «un’opportunità da cogliere», per poi precisare, qualche settimana dopo, che «il Lazio non ne ha bisogno».

«Come candidata a diventare governatore della regione» ha ripetuto Onufrio, «la Polverini deve spiegare qual è la sua vera posizione su questo tema, affermando con forza che, se eletta, non accetterà mai una centrale sul suo territorio e, anzi si opporrà alle azioni del Governo che mirano a togliere alle Regioni qualsiasi voce in capitolo in tema di localizzazione di nuovi impianti energetici».

 Due promesse difficili da mantenere. Prima di tutto perché a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, i tecnici di Enel e della francese Edf hanno già fatto numerosi sopralluoghi, e tutti lo considerano ormai uno dei siti sicuri per le nuove centrali. Inoltre il ministero dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha già replicato ai candidati governatori del Pdl che dicono no al nucleare che «stanno sbagliando» e che «bisogna avere il coraggio di sostenere le posizioni corrette anche in campagna elettorale».

 Greenpeace invece accusa la diffusione della «sindrome dell’ipocrisia nucleare», che ha già colpito Luca Zaia, candidato di Lega e Pdl in Veneto, e Roberto Formigoni, presidente di centrodestra della Lombardia. Entrambi sono tra i possibili (se non sicuri) governatori vicini a Scajola che, pur sostenendo l’azione del governo, hanno detto di non volere siti nucleari nella propria zona. E anche per loro gli ambientalisti hanno già pronti cartelloni come quelli della Polverini.

 Ma Greenpeace è andata anche oltre. Ha creato anche un sito, Nuclearlifestyle.it, dove è possibile scorrere una cartina dell’Italia e controllare nome per nome quello che i candidati hanno detto sul tema in questi ultimi mesi. In più ha dato vita a un appello per chiedere la messa al bando del nucleare. Le firme sono quasi 70mila.

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