Politica

La guerra degli ispettori. Bushiardo

Von Sponeck, ex numero uno del programma Oil for Food, svela tutte le bugie di Bush. E rivela perché Washington vuole fare la guerra contro Saddam. Ad ogni costo.

di Paolo Manzo

“Se l?incontro di Vienna del 30 settembre si sarà concluso positivamente, a metà ottobre saremo a Bagdad”. A parlare non è Bush jr ma Hans Blix, capo degli ispettori delle Nazioni Unite e dell?Unmovic, l?agenzia Onu preposta alle missioni internazionali di disarmo. Parole che rassicurano il mondo quelle del diplomatico svedese, ma l?arrivo a Bagdad degli ispettori non è affatto scontato, come il «sì, da subito e senza condizioni» di Saddam avrebbe potuto far credere. All?apertura del raìs, infatti, hanno reagito bene Francia, Russia e Cina. Ma Usa e Gran Bretagna hanno subito detto che l?accettazione degli uomini di Blix da parte del raìs è «solo un?altra infame bugia» per spaccare il «fronte del bene occidentale» e che accetteranno d?inviare gli ispettori solo se il Consiglio di sicurezza emanerà un?altra «dura risoluzione contro Saddam». Con esplicito riferimento a un possibile uso della forza. Ma tutti gli altri Paesi Ue, ad eccezione di Londra e Roma, sono a favore delle ispezioni e contro la guerra preventiva della dottrina Bush.

Quella cui stiamo assistendo, quindi, rischia di diventare una lotta contro il tempo: ispettori Onu da un lato e minaccia di guerra preventiva Usa dall?altro. Ma come si è arrivati a questa scomoda situazione, proprio ora che Saddam ha accettato gli ispettori? Per chiedere lumi su questo e su quale possa essere lo scenario futuro, abbiamo raggiunto telefonicamente il tedesco Hans Graf von Sponeck. Sino al 2000 a capo del programma Oil for Food in Iraq, in ottimi rapporti con Kofi Annan e, dagli anni 60, uomo di spicco delle Nazioni Unite. Da cui è però uscito sbattendo la porta, proprio durante la sua esperienza a Bagdad.

Vita: Perché ha lasciato l?Onu quando era a capo dell?Oil for Food, in Iraq?
Hans Graf Von Sponeck: Volevo protestare, fermamente, contro la politica delle Nazioni Unite. Il programma Oil for Food è importantissimo per la vita degli iracheni ma era ed è inadeguato perché non soddisfa neppure i bisogni primari di quella gente. Ho lasciato, dopo 32 anni di carriera, perché non volevo esser associato a un uso erroneo dell?organizzazione. La missione in Iraq è contro i principi fondamentali della Carta e poi l?Onu è stato prostituto dagli Usa che hanno fatto moltissimo per distruggere quest?organizzazione. Bush deve capire che creerà molti più problemi al mondo con il suo approccio unilaterale e le sue campagne politiche basate sul ?o con noi o contro di noi?.

Vita: Degli ispettori del 1998 che dice?
Von Sponeck: Posso testimoniare che il comportamento di quegli ispettori ha contribuito allo scontro con l?Iraq. Non erano affatto rispettosi e molti di loro si sono comportati male.

Vita: In che senso?
Von Sponeck: Essendo aggressivi e provocando gli iracheni senza che ce ne fosse bisogno alcuno. E questo ha irritato gli iracheni, ma questo non è il punto?

Vita: E qual è il punto, dottor Von Sponeck?
Von Sponeck: La minaccia che oggi rappresenterebbe l?Iraq e che giustifica un confronto militare.

Vita: La spieghi ai lettori di Vita?
Von Sponeck: Sono stato molte volte in Iraq dopo le mie dimissioni. L?ultima volta a fine luglio, accompagnato dalla tv tedesca. Ho chiesto a Tarek Aziz se potevo vedere due siti che erano stati identificati dalla stampa Usa e inglese come produttori di agenti chimici e biologici. Ho potuto controllare la veridicità di queste affermazioni perché il governo iracheno mi ha concesso di visitare i siti in questione. Il primo è quello di Al-Dora, dove sino al 1991 si producevano vaccini contro l?afta epizootica e che nel 1996 è stato distrutto dal gruppo per il disarmo Onu. Nel 1999, quand?ero a capo dell?Oil for Food, visitai il posto perché c?era stata un?epidemia d?afta epizootica e gli iracheni volevano riaprire l?impianto, e anche uomini della Fao vennero con me per stabilire se fosse utile farlo. Ciò che si presentò di fronte ai nostri occhi fu un impianto totalmente distrutto e, quando sono tornato quest?anno, l?ho trovato esattamente nelle stesse condizioni di tre anni fa. Assolutamente nessun indizio che gli iracheni stiano tentando di ricostruirlo. L?altro sito che la stampa anglo-americana ha accusato di produzione di agenti chimici molto tossici è quello di Al-Fallujah, a 90 chilometri da Bagdad. Ma anche quello l?ho trovato completamente distrutto.

Vita: Perché ci racconta questo?
Von Sponeck: In primis per dimostrare che le notizie su questi impianti sono false. Ma soprattutto perché Bush, nel suo discorso all?Onu, ha citato un documento del governo Usa in cui, sotto la voce armi biologiche e chimiche, cita due soli impianti che producono armi di distruzione di massa: Al-Dora e Al-Fallujah? Questa è stata un?incredibile scoperta perché se le giustificazioni per far la guerra all?Iraq sono basate su prove simili, allora tutti i piani Usa riflettono un comportamento davvero criminale. Non ho altre parole per definirlo. E, quando il ministro degli esteri iracheno dice che Bagdad non ha più armi di distruzione di massa, in base alla mia esperienza personale dico che è più credibile dello stesso Bush, che non ha reso pubblico neanche uno straccio di prova convincente. Perciò dico che la comunità internazionale dovrebbe dare il suo pieno appoggio politico al ritorno degli ispettori: per sapere chi dice la verità.

Vita: Ma c?è da fidarsi dell?Iraq?
Von Sponeck: Verifichiamo almeno se il governo di Bagdad manterrà quanto promesso. Diamogli delle scadenze. Non si può dire prima dei controlli: state mentendo. Il governo iracheno ha fatto finalmente ciò che un anno fa Usa e Gb gli avevano chiesto: un ritorno immediato degli ispettori Onu in Iraq. Senza condizioni. Credo che la reazione del mondo sia stata positiva, ad esclusione di Usa e Gb che hanno volutamente minimizzato questo sviluppo, dicendo che è solo un altro trucco di Saddam. Una risposta responsabile sarebbe stata: bene, vediamo se manterrete la parola. E invece continuano a suonare la grancassa di guerra e il Congresso emanerà una risoluzione per dichiarare guerra a Saddam entro il 4 ottobre (inizio della campagna elettorale di mid-term). Credo sia chiaro, oggi, che il proposito di Bush non è mai stato il ritorno degli ispettori, bensì entrare militarmente nell?area.

Vita: È necessaria una nuova risoluzione perché gli ispettori entrino?
Von Sponeck: No, ma Bush è in gran difficoltà e per questo insiste su un?altra risoluzione con cui stoppare gli ispettori.

Vita: Perché?
Von Sponeck: Primo, ha bisogno di tempo. Secondo, non è certo che russi, cinesi e francesi la votino. Terzo, perché vuole una risoluzione scritta che gli dia una sorta di diritto d?attacco. Il ritorno degli ispettori è totalmente contro i piani Usa e la disponibilità di Saddam ha bloccato la strategia Usa nel preparare la comunità internazionale a una guerra inevitabile a causa della minaccia che l?Iraq rappresenterebbe.

Vita: Una lotta contro il tempo, quindi invio degli ispettori e guerra?
Von Sponeck: Sì, ma spero che la strategia Usa porti alla protesta di alcuni governi. Anche perché con la dottrina Bush gli Usa sono arrivati al punto di dire: se voi Nazioni Unite non fate ciò che noi vogliamo voi facciate, allora farete la fine della Società delle Nazioni, vi ignoreremo.

Vita: Come sono selezionati gli ispettori che andranno in Iraq?
Von Sponeck: La grossa differenza rispetto al 1998 è che allora erano mandati e pagati dai singoli governi. Oggi, invece, la selezione è stata fatta da Blix in persona e saranno pagati dall?Onu.

Vita: E per questo gli Usa non sono entusiasti all?idea d?inviarli?
Von Sponeck: Certo. Gli Usa cercheranno di mettere persone di loro fiducia ma questa volta sarà più difficile rispetto al passato fare attività di spionaggio. Hans Blix lo ha detto chiaramente: «Se becco qualcuno passare informazioni riservate a singoli governi, lo caccerò subito». E sono certo che Blix sarà assai più onesto del suo predecessore.

Vita: In quanto tempo gli ispettori possono rientrare in Iraq?
Von Sponeck: La Risoluzione 1284 del 1999 specifica bene i tempi: 60 giorni per l?inizio a pieno regime delle ispezioni e 180 giorni per la relazione al consiglio di sicurezza. Ci sono 700 siti che devono ispezionare. Lasciamoli entrare e lavorare, per vedere se l?Iraq è stato onesto o no. Concentriamoci sul rientro degli ispettori, non sulla guerra.

Vita: Dopo l?abbandono dell?Onu, ha avuto delle ritorsioni sulle sue attività?
Von Sponeck: Certo, la reazione di Usa e Gb è stata di dipingermi come un utile idiota nelle mani di Saddam, che non coglie il quadro più generale. C?è molta umiliazione in ciò, ma le posizioni che porto avanti sono troppo importanti per essere rinnegate a causa delle umiliazioni che ricevo. Se passa la teoria della guerra preventiva domani si potrà invadere un altro Paese perché non ci piacerà la sua politica, il suo governo o magari la faccia del suo capo di Stato. C?è una sorta di cowboy trend cui ci dobbiamo opporre.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.