Cultura

La grande giornata dei volontari impegnati in sanità

Secondo l'Istat sono 340mila, impegnati in 11mila associazioni. Sono una realtà straordinaria del nostro paese, frontiera del welfare che verrà. Ecco i dettagli degli Stati Generali di Milano in cui loro si racconteranno

di Giuseppe Frangi

Appuntamento il 5 dicembre. Vita, in occasione della Giornata dedicata tradizionalmente ai volontari, lancia gli Stati Generali del Volontariato in Sanità. Il luogo scelto per questo momento è molto significativo: ci si ritrova all'Aula Magna dell'Università Statale di Milano. Qui all'origine c'era il primo ospedale della città, una delle prime strutture costruite in Italia per curare e assistere le persone. Era un ospedale che adottava principi molto moderni per i tempi, soprattutto dal punto di vista delle garanzie igieniche, ma soprattutto era un ospedale che per secoli si resse sulle donazioni dei cittadini. Un luogo quindi profondamente simbolico per accogliere oggi i volontari impegnati nella sanità.

Quanti sono
Messi tutti insieme – dice l’Istat che li ha contati nel suo recente Censimento – i volontari impegnati in sanità sono 340mila, il 7% dei volontari italiani: appartengono a 11mila istituzioni non profit (il 3,6% delle INP italiane), al fianco di 173mila addetti retribuiti (il 18% dei lavoratori retribuiti di tutto il non profit). Quasi uno su quattro di loro, molti più che in altri settori d’attività, ha fra i 55 e i 64 anni (sono il 23,8% dei volontari attivi in sanità, contro una media nazionale del 15,9%), anche se c’è da dire che pure sui giovani (19-29 anni) la sanità attrae più della media (16,9% contro una media nazionale del 15,9%). «Se consideriamo anche il capitolo assistenza sociale e protezione civile, dove si erogano servizi contigui all’ambito sanitario come la donazione di sangue e il trasporto, possiamo aggiungere altri 563mila volontari attivi», spiega Sabrina Stoppiello, responsabile del censimento delle Istituzioni non profit dell’Istat, che aprirà i lavori degli Stati Generali. «Le non profit attive in questo settore sono tra le più grandi e strutturate, con un numero medio di volontari molto più alto della media nazionale e con molti addetti retribuiti», continua. Si tratta cioè di realtà che creano lavoro: «Queste istituzioni in particolare hanno vissuto un processo di consolidamento rispetto al censimento precedente, con un +30,9% di addetti retribuiti: fatti cento gli addetti retribuiti nella sanità, nel 2001 quelli del non profit erano 18  oggi sono 24. Non parlerei però di sostituzione rispetto al pubblico, ma di integrazione».

La giornata
L'appuntamento è a partire dalle 14,30. Saranno tre sessioni molto dense, in cui si alterneranno una quindicina di protagonisti a raccontare l'intero arco dell'impegno dei volontari in Sanità. La prima sessione è dedicata alle realtà che lavorano nelle corsie degli ospedali: sono centinaia di realtà impegnate su più fronti. Verranno raccontate realtà storiche come Avo e Abio. Ma ascolteremo esperienze molto innovative come quelle degli Angeli rosa dell'Ospedale del Bambin Gesù di Roma. La seconda sessione invece è dedicata al tema della deospedalizzazione, cioè alle tante realtà non profit in prima linea nell'organizzazione delle cure domiciliari, frontiera del welfare di domani. Infine la terza sessione dedicata ai volontari impegnati al fianco delle persone con disabilità gravi: l'approccio alla fragilità richiede percorsi formativi nuovi. Tra una sessione e l'altra i Donatori di Voce, un'associazione veneta che porta lettori nei reparti di oncologia e pediatria, per leggere pagine di libri, proporrà brevi testi dal loro repertorio.

La mostra
Il 9 dicembre la Relazione salutare sarà anche una mostra fotografica realizzata con Shoot4change, associazione di fotografi. La mostra che racconta per immagini la vita dei volontari in sanità verrà allestita nella centralissima Piazza Castello di Milano, sino al 23 dicembre.

Main sponsor di questa grande iniziativa di Vita è Unipol
Info: relazionesalutare@vita.it

Nella foto di copertina una volontaria AVO (Cinzia) accanto al malato in un reparto dell'Ospedale San Raffaele di Milano

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