Famiglia

“La geografia delle Pari Opportunità”, la ricerca

Si tratta di una ricognizione sull'esistenza e le caratteristiche delle CPO di livello regionale e provinciale

di Carmen Morrone

La Vicepresidente della Commissione Pari Opportunità Lùcia Borgia e la coordinatrice del gruppo “Rete” della Commissione Pari Opportunità Ivette Cagliari hanno presentato alla stampa “La geografia delle Pari Opportunità”, la prima ricerca italiana che suddivide su base regionale e provinciale tutte le commissioni pari opportunità. Le Commissioni pari opportunità (CPO) sono organismi di carattere tecnico-consultivo di livello, regionale, provinciale e comunale, che sostengono l’azione ordinaria degli organi di governo decentrato, promuovendo e vigilando sull’applicazione dei principi di pari opportunità tra uomo e donna in tutti i campi del vivere sociale. Le pari opportunità sono un principio cardine della Riforma del titolo V della Costituzione, recepito tra le norme fondamentali da tutti gli statuti di recente approvazione. In questo momento di passaggio, il Ministero per le Pari Opportunità tramite il gruppo “Rete” della Commissione nazionale pari opportunità, ha provveduto per la prima volta ad effettuare una ricognizione sull’esistenza e le caratteristiche delle CPO di livello regionale e provinciale. Non esiste una normativa unica che preveda per i livelli regionale e provinciale un limite numerico sulla composizione, sulle modalità di reclutamento e sulle dotazioni finanziarie di ogni CPO. A livello regionale la situazione a settembre 2005 è la seguente: le CPO regionali attive sono 18; una in fase di rinnovo; le uniche Regioni che non dispongono di CPO di livello regionale sono la Sicilia e l’Emilia Romagna. l’organo presso cui le CPO sono più frequentemente incardinate è il Consiglio regionale; l’autonomia finanziaria nel 70% dei casi si concretizza nel poter disporre di un budget approvato dagli organi competenti, di entità variabile, dipendente dalla presentazione di un piano di lavoro, articolato per priorità ed obiettivi. Nel 15% dei casi di dispone di un budget fisso annuale, tra i 10.000 e 20.000 euro, sulla cui base vanno programmate le attività. Nel restante 15% non si dispone di autonomia finanziaria, ma si dipende dalla gestione finanziaria dell?organo in cui sono incardinate; le CPO esistenti sono composte da un numero di membri che va da un minino di 9 a un massimo di 103. Il range maggiormente rappresentato è quello che va dai 15 ai 20 componenti; le modalità di reclutamento sono molto diverse. Le ipotesi previste vanno dal bando aperto all?adesione di esperte sui temi della parità e delle pari opportunità, alla nomina diretta dei componenti da parte della Giunta, del Consiglio o del Presidente della Regione; l’attenzione prevalente delle CPO si concentra sui temi della rappresentanza politica, della equa rappresentanza di genere nel mercato del lavoro, della conciliazione vita-lavoro e della discriminazione sessista. Seguono il tema della violenza e dei maltrattamenti, l’imprenditoria femminile e la lotta agli stereotipi di genere. La situazione rilevata a livello provinciale, a settembre 2005, invece, è la seguente: le CPO insediate sono 58 (48 nel centro Nord, 10 nel Sud e isole); 13 sono in fase di costituzione/rinnovo (7 nel centro nord, 6 nel Sud e isole); 33 province non hanno CPO costituite (13 nel Centro Nord e 20 nel sud e isole); 45 CPO dichiarano di collocarsi all’interno della Amministrazione provinciale; 7 CPO fanno esplicito riferimento direttamente al Consiglio; 2 CPO fanno riferimento alla Giunta; 14 province non hanno reso disponibile questo tipo di informazione; Il 55% dispone di autonomia finanziaria, l?8% anche con uno stanziamento annuale fisso e il restante 37% dipende dalla gestione finanziaria dell?organo a cui fanno riferimento; le CPO sono variamente composte, ma il range maggiormente rappresentato è quello che va dai 15 ai 20 componenti. Le modalità di reclutamento sono molto diverse da provincia a provincia; l’attenzione prevalente delle CPO si concentra sui temi della rappresentanza politica, della equa rappresentanza di genere nel mercato del lavoro, della conciliazione vita-lavoro e dei maltrattamenti/violenza. Seguono il tema dell’imprenditoria femminile e la lotta agli stereotipi di genere. Non rilevante, tra i temi prioritari, a differenza delle CPO regionali, la questione delle discriminazioni sul lavoro e il mobbing, ambito in cui operano istituzionalmente le consigliere di parità. Ancora non prioritario per tutte le CPO il problema della parità di trattamento economico e retributivo tra i generi. Indicazioni specifiche sono state il tema dell?istruzione in un?ottica di genere, dell?immigrazione e quindi dell?intercultura e della sanità e salute per le donne.

  • Info: www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/pari_opportunita_mappa/ricerca.pdf

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