Formazione

La Gelmini sdoppierà le classi

Vittoria delle associazioni: via le sezioni troppo numerose e con troppi alunni con disabilità

di Sara De Carli

L’incontro tecnico del 1 dicembre, secondo quanto annunciato il 19 novembre scorso, dopo l’incontro con il ministro Gelmini in persona (non era mai successo prima, motivo per cui le associazioni avevano minacciato di abbandonare la Consulta), doveva essere quello “decisivo”. E lo è stato, anche se i dettagli verranno definiti nel nuovo appuntamento del 22 dicembre.

La vittoria delle associazioni Fish e Fand però è già sul tavolo, con il capo dipartimento del ministero della Pubblica istruzione, Giuseppe Cosentino, che ha acconsentito a sdoppiare già da subito, ad anno scolastico in corso, le classi in cui il sovraffollamento rispetto al numero di alunni disabili è più eclatante. Quante classi saranno e quali caratteristiche saranno individuate per decidere questo livello eclatante, ancora non è dato saperlo (il monitoraggio nazionale della situaizone è in corso, per ora gli unici dati certi sono quelli della Campania), sarà appunto oggetto dell’incontro del 22 dicembre, ma intanto c’è un punto fermo. Verosimilmente si dovrebbe cominciare dalle classi che hanno più di 30 alunni e più di due alunni disabili.

Fish e Fand hanno inoltre proposto, quale soluzione definitiva, il tetto di un alunno con disabilità nelle classi con 22 alunni e di due alunni con disabilità nelle classi fino a 20 alunni. In una stessa classe, cioè, per le associazioni, non vi possono essere più di due alunni disabili (al bando le classi con tre o più disabili) e in nessuna classe con più di 23 alunni complessivi può essere inserito uno studente disabile.

“Il vincolo numerico – affermano le associazioni illustrando la loro proposta – non dovrà essere indicativo ma vincolante e inderogabile e dovrà essere disciplinato da specifica norma, individuata dall’Amministrazione”, per far sì che i limiti vengano effettivamente rispettati.

L’altra conclusione a cui si è giunti è l’avvio di alcuni tavoli tecnici ristretti per affrontare gli altri punti problematici connessi all’inlcusione scolastica degli alunni con disabilità, sintetizzati ancora prima dell’incontro di ieri in un documento della Fish.

Il documento del Cnel

A dare ancora più forza alla battaglia delle associazioni di disabili è arrivato, il 26 novembre scorso, il documento “Integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, apporvato dall’assemblea del Cnel (in allegato). Questo documento avanza alcune proposte per migliorare la qualità dell’inlcusione scolastica, poiché «l’Italia che è stata la prima e l’unica al mondo ad attuare l’inclusione generalizzata, non può non cogliere questa occasione per mostrare come non solo ha anticipato la normativa in tale campo, ma anche si impegna seriamente ad attuarla e farla rispettare».

Tra le richieste avanzate la presa in carico degli alunni disabili da parte di tutti i docenti currriculari, l’eliminazione – via circolare – della cattiva prassi di utilizzare i docenti di sostegno per supplenze in classe, il diritto delle famiglie a partecipare alla formulazione del progetto educativo individualizzato; la necessità di grantire l’assistenza igienica agli alunni disabili da parte degi collaboratori, rispettando il genere dell’alunno; l’accesso alla foprmazione profesisonale anche di chi non è in possesso di diploma di terza media come già avviene per le scuole superiori;  la possibilità di frequentare le scuole professionali anche oltre i 18 anni di età; il limite di 2 o 3 alunni con disabilità in ciascuna classe, mentre oggi si assiste a classi con un concentramento di 4 o 5 alunni con disabilità.

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