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La Francia si allea con l’opposizione libica

E' il primo paese occidentale a riconoscere gli oppositori di Gheddafi, che minaccia ritorsioni contro Sarkozy

di Joshua Massarenti

Da oggi la Francia è il primo paese nel mondo a riconoscere ufficialmente il Consiglio nazionale di Bengasi (Cnb) “come unico rappresentante leggitimo del popolo libico”. Lo ha detto uno dei tre emissari di Bengasi, Ali Essaoui al termine dell’incontro avuto oggi all’Eliseo con il presidente francese Nicolas Sarkozy. Sulla base di tale riconoscimento – hanno annunciato – “noi apriremo una ambasciata in Francia e Parigi ne aprirà una a Bengasi in via transitoria, in vista di un trasferimento della sede a Tripoli”.

La scelta da parte di Sarkozy di riconoscere ufficialmente il Cnb alla vigilia del Summit dei capi di stato e di governo Ue è un modo per il presidente francese di costringere il resto dell’Europa a fare scelte decise sulla crisi libica. Spingendosi oltre, l’Eliseo sarebbe favorevole a un intervento militare con bombardamenti aerei mirati, anche da sola. Secondo fonti ben informate citate oggi dal settimanale francese Le Nouvel Observateur, Sarkozy ha assicurato ai tre interlocutori libici rappresentanti dell’opposizione che ha ricevuto all’Eliseo stamane, che Parigi è pronta, ”se necessario, ad effettuare bombardamenti anche da sola”.

L’idea non piace a tutti. Di sicuro non all’Italia. Parlando con i giornalisti a margine del vertice Nato che si è tenuto oggi a Bruxelles, il ministro della Difesa La Russa ha dichiarato che ”qualunque operazione terrestre è stata esclusa, non è stata nemmeno presa in considerazione e non la considero probabile, così come l’ipotesi dei bombardamenti. I bombardamenti e l’intervento terrestre sono due cose cui l’Italia non ha mai pensato”.

Ferma nella sua volontà di escludere la Nato in qualsiasi operazione militare, Parigi starebbe cercando un accordo con Londra per fare adottare una risoluzione “chiara” delle Nazioni Unite che autorizzi gli Stati che lo desiderano a utilizzare la forza nel quadro del capitolo VII dell’Onu.

Nonostante il parere favorevole delle sei monarchie arabe che compongono il Consiglio di cooperazione del Golfo e in attesa che si pronunci la Lega Araba (condizione sine qua non per Parigi per intervenire), anche lì la proposta francese non avrà vita facile. A New York la Francia avrà bisogno del consenso unanime del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E la Russia è contraria. “Non consideriamo un intervento straniero, soprattutto armato, come un mezzo capace di risolvere la crisi in Libia” ha dichiarato il 7 marzo scorso il ministro degli Esteri Serguei Lavrov.

Tra i tanti ostacoli che si presentano a Sarkozy, c’è l’indomabile Gheddafi. Reagendo alla scelta di Parigi di riconoscere l’opposizione libica, il regime di Tripoli ha annunciato tramite l’agenzia di stampa nazionale di aver “appreso che un grave segreto provocherà la caduta di Sarkozy”. Quale sia questo segreto per ora nessuno lo sa. Ma su Twitter il caso sta facendo molto discutere.

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