Calcio

La forza positiva dello sport in campo alla Winners Cup 24

Giunge alla quinta edizione il torneo organizzato da Inter con Bper e insieme a Csi Milano, Aieop, Fondazione Bianca Garavaglia, Fiagop e Siope: una due giorni dedicata a ragazze e ragazzi in cura per malattie onco-ematologiche, in cui giocare a pallone diventa strumento attivo di aggregazione. Attesi quasi 300 giovani pazienti oncologici da tutta Europa

di Redazione

Arriva alla sua quinta edizione la Winners Cup il torneo di calcio dedicato ai pazienti adolescenti dei reparti di oncologia pediatrica in programma sabato 5 ottobre al Centro Sportivo Sandro Pertini di Cornaredo. Si tratta di un evento unico che concentra tutti i suoi sforzi per dimostrare quanto lo sport sia linguaggio universale oltre che azione, e che può rappresentare, nel suo piccolo, il miglior antidoto alla malattia.

Il programma degli eventi collegati ha preso il via venerdì 4 ottobre con l’accoglienza delle 17 squadre arrivate da tutta Italia e da Germania, Francia, Belgio, Grecia, Olanda e Spagna

La passione per lo sport

I giovani protagonisti saranno 12 per ognuna delle 16 squadre miste: più di 200 ragazze e ragazzi di età compresa tra 15 e 20 anni, accomunati dalla passione per lo sport e dall’essere, o essere stati, in cura presso uno dei circa trenta centri di oncologia pediatrica italiani ed europei coinvolti. Subito dopo il torneo i ragazzi saranno accompagnati allo stadio San Siro di Milano per assistere alla partita Inter-Torino.

Gli organizzatori

L’evento è stato organizzato da Inter, grazie alla sinergia con il partner Bper, nonché dal Centro Sportivo ItalianoCsi  Milano e dal Gruppo di Lavoro Adolescenti dell’Aieop, con il supporto di Fondazione Bianca Garavaglia – che sostiene da anni la Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -, di Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncologie Pediatriche – Fiagop  e dall’European Society for Paediatric Oncology – Siope

«Sono particolarmente orgoglioso di questa attività, che rappresenta al meglio la capacità dello sport di unire le persone e di fornire sostegno e grande motivazione»,dice Javier Zanetti, vice president di FC Internazionale Milano. «È molto importante per l’Inter potersi fare portavoce del meraviglioso lavoro delle associazioni che ogni giorno si impegnano per il futuro di questi ragazzi».

«La Winners Cup è molto più di un semplice torneo di calcio: è un simbolo di vicinanza, forza e speranza per questi giovani che stanno affrontando sfide impegnative», ha affermato Serena Morgagni, responsabile Direzione Communication di Bper. «Iniziative come questa possono aiutare a fare la differenza e dimostrare il valore e l’importanza dello sport nel costruire una rete di supporto e condivisione, capace di infondere fiducia anche nei momenti più difficili»

L’attività sportiva per un approccio positivo

«È un grande privilegio per noi essere parte di questo progetto, perché aprire strade apparentemente impossibili nello sport è una delle vocazioni del Csi, così come avere un’attenzione particolare per i giovanissimi», sostiene Massimo Achini, presidente Csi Milano. «Un torneo per ragazzi e ragazze, che hanno affrontato la diagnosi di tumore e le relative cure durante l’adolescenza, è una cosa davvero unica nel mondo dello sport, un percorso virtuoso che, sostenuto da medici, avvalora e conferma quanto l’attività sportiva sia sinonimo di benessere psicofisico e di approccio positivo alle sfide della vita».

L’oncologo pediatra Andrea Ferrari, ideatore del torneo e coordinatore del gruppo Aieop dedicato agli adolescenti spiega: «La Winners Cup è un’occasione di festa, una giornata di sport, ma soprattutto un momento di incontro e racconto, in cui ragazzi malati che provengono da tutta Europa si trovano a condividere le loro storie. Per noi professionisti che ci occupiamo di oncologia il torneo è anche una preziosissima opportunità per attirare l’attenzione di tutti sul fatto che gli adolescenti sono pazienti particolari, in un’età di mezzo tra l’oncologia pediatrica e quella dell’adulto, e per questo a volte curati non nel modo ottimale; pazienti che necessitano di centri e progetti dedicati, pensati per loro».

Nell’immagine in apertura i partecipanti all’edizione dello scorso annofoto da ufficio stampa

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