Famiglia

La forza dirompente dei giovani alla sofferenza

di Simone Feder

La Stazione di Rogoredo sta diventando luogo di ritrovo di tanti giovani, oggi però non sono solo quelli che disperati vagano per i sentieri alla ricerca di sostanze, ma anche loro coetanei che in questo "non luogo" cercano e trovano risposte al loro voler capire.

Come mi racconta Miriam: “Rogoredo è a 10 minuti da casa mia, eppure è un mondo tutto suo. In quel bosco buio vivono tante persone che usano falsi nomi creandosi una nuova identità. La sofferenza e la disperazione nell’aria è tanta: sia sui ragazzi che vivono nel bosco sia nei genitori che sono lì a cercare i propri figli. Ma anche in questo tunnel buio e freddo c’è della luce: alcuni degli abitanti del bosco sono tanto legati tra loro, sembrano una famiglia: si aiutano, si aspettano e condividono il cibo tra loro. Ma soprattutto questa famiglia è la prima che cerca di convincere i ragazzini più giovani a tornare a casa dalla loro mamma e dal loro papà”.

Questi giovani volontari sono ragazzi e ragazze che scelgono settimanalmente di incontrare quel disagio devastante e dare un segno, una presenza, una speranza a chi fatica a trovarne; sono ragazzi che si mettono in discussione, che sono in ricerca e, avvicinando le sofferenze più profonde, trovano significati diversi per sé stessi.

Camilla così racconta la sua esperienza, con la delicatezza e lo sguardo di una ragazza che apre gli occhi e il cuore all’altro:

"Questi giorni fa freddo, troppo freddo. Il mio pensiero spesso vola agli abitanti e frequentatori del bosco, nei momenti più inaspettati. Penso a tutti gli uomini e le donne che in queste serate staranno letteralmente morendo di freddo, alla loro lotta estenuante per un po’di calore, e penso al golf che mi ha fatto la mamma per Natale, morbido, caldo e colorato. È da due settimane che non vado a Rogoredo e ne ho sentito l’assenza la scorsa settimana. Andare a Rogoredo è strano: è un’esperienza difficile, intensa, a volte dolorosa, ma che ti permette di vedere il mondo, te stesso e l’altro in chiave diversa, più introspettiva, più reale. Rogoredo è un tuffo nel mondo fuori dai nostri comfort, fuori da tutto ciò che conosciamo nella nostra quotidianità. Rogoredo ti obbliga a fare i conti con la tua consapevolezza, interna ed esterna. E ti permette di vivere momenti di profondo contatto umano, di conoscenza e messa in dubbio di sé e dei propri limiti. La cosa importante è sapersi mettere in dubbio, senza nascondersi dietro un senso di infallibilità. Rogoredo è un luogo che ci permetta di porci degli interrogativi e di vagare incessantemente alla ricerca di risposte sempre nuove. Solo chi si ferma smette di imparare ed evolversi".

Nasce da queste domande l’iniziativa ‘DONA UN LIBRO AL BOSCO’ creata da queste ragazze volontarie del bosco. Miriam racconta così come è nata questa idea, grazie ad un’osservazione attenta e ad un cuore aperto a cogliere i bisogni spesso celati dietro la richiesta di un bicchiere di the.

“La mia prima volta al bosco è stata a maggio 2018 quando si era organizzato un momento di preghiera attraverso la recita del rosario per affidare i ragazzi del bosco alla Madonna. Mi sono fermata poi ad aiutare i volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta distribuendo the freddo e viveri.

Ero impreparata a quello che avrei visto. Una cosa è sapere cosa succede al bosco, una cosa è vederlo con i propri occhi.

Una sera mi sono avvicinata alla balaustra dove c’erano dei libri, mi sono stupita dei titoli: erano libri strani, quelli che di solito sono in fondo alla libreria, quelli che sono in cantina. Perché non portiamo libri più belli? Ho chiesto alle mie amiche di aiutarmi. Ecco: in una sera avevamo pensato all’iniziativa Dona un libro al bosco. In poche ore io, Francesca, Livia e altre ragazze stavamo già lavorando sul volantino per proporre l’iniziativa.

All’inizio eravamo solo io e Camilla, poi si sono aggiunte Livia ed Elena, poi Chiara, Sara, Angelo e Mavi: che cosa spinge così tanti giovani ad unirsi? Credo sicuramente la voglia di aiutare il prossimo ma non solo: tutti siamo a Rogoredo perché riconosciamo che quel posto ci aiuta a vivere, a riaffermare le cose importanti della vita".

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