Non profit

La formica che non spreca regala anche un sorriso

di Paolo Massobrio

Sono stato un pomeriggio a Grugliasco, al Cenacolo, nella parrocchia di don Angelo Zucchi e alle 14.30 i volontari avevano appena finito di pulire la sala dove ogni giorno 30 persone vanno a mangiare. Sono anziani, vedovi, poveri che non possono permettersi un pasto. Per tutti c’è cibo, ma soprattutto un ritrovo, un luogo, una tavola, un sorriso, che in certe situazioni vale quanto e più di una medicina. Don Angelo ha creato l’associazione AltroCanto, fucina di una miriade di iniziative che coinvolgono grandi e piccini. Anzi, coi piccini ha creato il circuito “formica amica” prendendo spunto dalla formica del Banco Alimentare, per cui i bambini che avanzano cibo nella mensa a scuola (hanno aderito 200 scuole) lo danno a chi ne ha bisogno (anche alla mensa di quegli anziani) e si abituano alla dimensione del dono, ma anche a quella della solidarietà, che non scatta, a volte, per semplice distrazione generale.
Il problema dello spreco è all’ordine del giorno, e la sua radice è culturale. Si spreca l’acqua, l’energia, il cibo, il tempo. E il catalizzatore di questa diseducazione è quasi sempre un video, sia esso sotto forma di computer o tv. Per questo l’esperienza del Banco Alimentare, che tutti conoscono per via della “Colletta” è molto più di un’opera di volontariato con le sue regole e i suoi meccanismi. Il Banco è una rivoluzione culturale: un modo di pensare, che mira a combattere la cultura dello spreco. Se poi questa formica produce forme creative, come quella che ha sviluppato don Angelo a Grugliasco, vuol dire che il germe di un’educazione è già partito. In ogni caso in quella mensa, quel mezzodì, sono stato colpito dal vedere gente lieta, in particolare i volontari, certi di un compito più importante della risoluzione di un problema immediato. E m’ha fatto piacere sapere che anche un amico come Alessandro Meluzzi ha sposato questa causa. È la legge della formica: se ognuno dà un contributo, si costruisce qualcosa che nel Medioevo somigliava a una cattedrale. Bisogna crederci.

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