Welfare
La formazione è la soluzione per sconfiggerla
Lo sostiene l'Isfol: «mettere la lotta alla povertà e all’esclusione al centro della agenda europea»
di Redazione
Flexsecurity e formazione continua, ma soprattutto integrazione tra politiche sociali e del lavoro. E’ questa la ricetta dell’Isfol per combattere la povertà e costruire un’Europa più inclusiva e moderna. In occasione dell’“Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale” ideato dall’Unione Europea nel corso del 2010, la “Rivista Italiana di Diritto del Lavoro” ha pubblicato “La lotta alla povertà e all’esclusione sociale: un impegno per l’UE e per gli Stati membri” a firma di Giovanni Bartoli e Giuditta Occhiocupo.
Secondo i due ricercatori ISFOL la lotta alla povertà e all’esclusione sociale deve essere posta al centro dell’agenda europea, in un contesto di azioni volte a modernizzare e potenziare le politiche in materia di occupazione, istruzione e formazione, nonché i sistemi di protezione sociale. In particolare, secondo i due ricercatori, tali politiche devono passare per la valorizzazione del legame tra scuola, lavoro e associazioni di volontariato e il rafforzamento dei servizi socio-sanitari-assistenziali territoriali (centri per l’ascolto, sportelli informativi, servizi di orientamento e accompagnamento).
A detta di Bartoli e Occhiocupo è fondamentale così lo sviluppo di un sistema di governance caratterizzato da processi innovativi di carattere politico, istituzionale e normativo a livello comunitario, statale e regionale.
Ecco perché diviene di fondamentale importanza l’apporto del terzo settore i cui rapporti con le istituzioni e la cittadinanza “sembrano essere improntati al principio di sussidiarietà orizzontale, principio che richiede una partecipazione non formale alla definizione delle scelte, all’attuazione delle politiche e alla valutazione dei risultati”, scrivono Bartoli e Occhiocupo. Un approccio coerente con la nuova concezione di povertà ormai strettamente legata a fattori di carattere relazionale e materiale come la solitudine e l’inattività di lungo periodo, la povertà alimentare, il problema dell’alloggio la mancanza di lavoro e di efficaci realtà educative che si affianchino alle famiglie in difficoltà.
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