Formazione

La formazione è l’asso nella manica

Elisabetta Vaiani, della cooperazione ha sposato l’anima più professionale e professionalizzante, tanto che non ha ancora smesso di formarsi e formare gli altri.

di Redazione

Nome:Elisabetta Vaiani Età:41 Cooperativa:Consorzio Astir Federsolidarietà Cooperatore dal:1994 Attività prevalente: Coordino progetti di sostegno ai minori in difficoltà Aspettative per il futuro: Il mio lavoro è la mia passione Quarantunenne, toscana, single. Della cooperazione ha sposato l?anima più professionale e professionalizzante,tanto che non ha ancora smesso di formarsi e formare gli altri. Dopo la laurea in Pedagogia, la prima esperienza sul campo Elisabetta Vaiani l?ha fatta come educatrice in una casa d?accoglienza per soggetti psichiatrici. Poi però è tornata alla sua vera passione: l?infanzia e i minori. Per il consorzio Astir di Federsolidarietà e diverse cooperative associate ha seguito e segue tuttora progetti di inserimento e sostegno per minori a rischio. A livello di formazione non si è mai fatta mancare nulla: prima il master in Mediazione familiare, poi quello in Pedagogia clinica, infine corsi di aggiornamento per sé e per le nuove leve volontarie. Dunque sia nelle vesti di insegnante che in quelle di alunna. Con un unico obiettivo: intercettare i bisogni e le emergenze del territorio e incanalarli in progetti di sostegno. «Per me la progettazione è sempre stata il tassello fondante», racconta, «fin dalla mia prima esperienza di sostituzione estiva in una cooperativa sociale. Lì essendo alle prime armi avrei dovuto avere un ruolo più stringato, eppure mi sono buttata subito con proposte». Una fucina di idee.Di esperimenti ne ha avviati parecchi: dai punti gioco per bambini creati dal nulla nella periferia di Prato, fino a uno sportello di monitoraggio e ascolto in un campo nomadi della città e progetti per combattere la dispersione scolastica negli adolescenti, l?uso e l?abuso di sostanze stupefacenti o alcol. «La cooperazione è così», dice , «vuol dire mettersi in gioco a tutto campo. Non ti fermi mai però in compenso hai carta bianca, puoi mettere a frutto le tue competenze. Quando poi vedi i risultati, allora arrivi ad essere pienamente soddisfatta». Il che non esclude momenti difficili e fasi in salita. «Devi continuamente avere gli occhi aperti, monitorare, capire, anticipare», spiega , «e quando hai fatto tutto questo, ti rendi conto di essere soltanto all?inizio: devi ancora trovare chi ti appoggia e ti finanzia i progetti». «Siamo pressati dai disagi economici dovuti ai tagli», dice, «non abbiamo la possibilità di formare nuovi cooperatori e quindi formare i soci del futuro». Cambiare settore ? «No, potrei lavorare nel privato come libera professionista, ma non sarebbe mai la stessa cosa. Si perderebbe proprio il contatto diretto con il gruppo degli utenti e con il gruppo del ?lavoro dietro le quinte?».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA