Sostenibilità

La foca monaca torna alle Egadi

di Redazione

Pippo il pescatore non era solito salpare in compagnia, ma quel mattino di fine marzo accettò volentieri la presenza del suo amico. Voleva sfidare la fortuna per mostrargli quella strana creatura di cui parlava da mesi, come i suoi compagni di Marettimo. «Sono tornate le foche, si vedono sbucare con i loro capoccioni!». D’altronde 50 anni or sono gli ultimi esemplari erano stati uccisi a fucilate nella vicina Grotta del Cammello, meta di turisti vocianti e abbrustoliti dal sole delle Egadi. Così quel mattino la fortuna volle aiutare Pippo perché l’amico, con il cellulare, immortalò poche ma inequivocabili scene e da quel momento nessuno avrebbe più dubitato della presenza della “bella figlia del mare». La notizia fece il giro dei giornali, gli esperti del Gruppo foca monaca verificarono le informazioni, il ministro dell’Ambiente decretò i pescatori custodi delle foche, e l’isola in poco tempo divenne protagonista di un ritorno straordinario. La cosa strana è che appena due anni fa in quel porticciolo un signore innamorato di Marettimo aveva regalato a quella comunità una statua di foca col cucciolo, auspicio per il ritorno. E tutta questa storia ha un dolce sapore misto di passione, speranza e tenacia: quella di chi ha sempre pensato che le Monachus monachus non se ne fossero mai andate dalle nostre coste. Bisognava cercarle con gli occhi di Pippo il pescatore, abituato a vivere in mare e del mare, come le foche. Cristina Maceroni


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