Cultura

La finta sicurezza delle cose made in Usa

Recensione di Domenico Stolfi del libro "la sicurezza degli oggetti" di Homes

di Redazione

L a middle class americana, da almeno un cinquantennio, non smette di proporsi come epitome perfetta del disagio dell?Occidente. Anche lo sguardo affilato di A. H. Homes, (La sicurezza degli oggetti, Minimum fax, 11,36 euro), sceglie d?infilarsi in questo microcosmo di linde casette a schiera, giardinetti ben curati e fuoristrada cromati che, come grotteschi lari, sembrano vegliare sul benessere di famiglie, fuori ipervitaminizzate e sorridenti, dentro devastate da piccole e grandi miserie morali, ipocrisie e solitudini, nevrosi e fobie che aspettano solo una scintilla per trasformarsi in tragedie. La Homes lavora con i materiali di scarto della cultura di massa che proprio nella middle class trova il suo laboratorio di cavie preferito. Da perfetta bricoleur postmoderna crea cortocircuiti spiazzanti tra Barbie umanizzate, genitori sotto crack, armadi che diventano uteri accoglienti per adolescenti indifese di fronte all?urto della realtà, ragazzine obese macerate da tremende nevrosi, automobili trasformate in oggetto del desiderio da migliaia di frequentatori di un centro commerciale. Giocando su questa dialettica paradossale tra oggetti e persone, dove le persone si riducono a cose e le cose si umanizzano, l?autrice svela e demolisce, tra pietas e sarcasmo, le fantasie che nutrono la chimera della nazione più potente del pianeta, condensandole in racconti brevi e folgoranti, dove sembra che nulla accada perché il Nulla è già accaduto.

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