Non profit

La filantropia nell’anno 1 della crisi

Le Fondazioni ex bancarie svelano i conti del terribile 2008

di Maurizio Regosa

Meno 34% dei proventi. Ma erogazioni praticamente stabili. E scelta di consolidare il patrimonio. Come spiega il presidente dell’Acri, Guzzetti, i dati evidenziano «la validità di un’impostazione prudente»
Erano dati che tutti gli osservatori aspettavano. Con trepidazione (comprensibile) e con la consapevolezza della loro rilevanza. Come si sarebbero comportate, nel bel mezzo della crisi, quelle «infrastrutture sociali» che sono le fondazioni (secondo una recente definizione di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri)?
Avrebbero chiuso i cordoni della borsa o avrebbero mantenuto gli impegni presi? Secondo la prima valutazione (realizzata da Acri, in preparazione del suo congresso nazionale, a Siena il 10 e l’11 giugno), hanno scelto di non far mancare il loro sostegno alla società civile e al terzo settore.

Una sostanziale stabilità
Infatti, stando ai bilanci di 16 fondazioni – il cui patrimonio complessivo corrisponde al 74% circa del patrimonio dell’intero sistema (tra loro ci sono le 15 maggiori, dalla Cariplo alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dalla Compagnia di San Paolo alla Fondazione Roma) – le erogazioni deliberate nel 2008 si sono mantenute al livello di quelle del 2007, raggiungendo quota 1.277 milioni di euro (-1% rispetto all’anno precedente che aveva fatto registrare 1.290 milioni).
Una stabilità tanto più significativa se si considera che i proventi ordinari delle fondazioni, a causa della contrazione dei valori registrati dai mercati, hanno subìto una riduzione del 34% (sono passati dai 3.055 milioni di euro del 2007 ai 2.018 del 2008).
Un dato che, secondo Guzzetti, «rispecchia l’andamento negativo dei mercati nel 2008, ma evidenzia anche la validità di un’impostazione prudente da parte delle fondazioni nella gestione delle proprie risorse, che ha consentito di mantenere pressoché invariate le risorse destinate alle erogazioni. Si è potuto garantire un flusso costante grazie all’utilizzo dei fondi volontari per l’attività erogativa futura che le fondazioni hanno alimentato negli anni di bilanci ricchi».

Come sono stati usati i fondi
Le fondazioni hanno comunque scelto di erogare nel solco di una tradizione ormai consolidata, apportando piccole modifiche percentuali a ciascun settore in modo da non cancellare alcuna voce.
Così il 29,3% è andato al sostegno di arte, attività e beni culturali (segnando un lieve scostamento rispetto al 28,9% del 2007); il 16,1% alla ricerca (15,3% nel 2007); il 13,3% a volontariato, filantropia e beneficenza (-0,4% rispetto all’anno precedente); l’11,5% a educazione, istruzione, formazione (era il 10,7%); l’8,4% ad assistenza sociale (-0,5%); il 7,9% allo sviluppo locale (rispetto al 7,8%); il 7,2 alla sanità (6,8% nel 2007).
Le restanti risorse (pari al 6,1% dell’intero budget) sono andate ad altri settori, fra i quali la salvaguardia dell’ambiente (il 2,9%), il sostegno alla famiglia (1,2%), lo sport e la ricreazione (1,1%). E per questi ultimi casi si segnala un decremento medio di circa 0,4%.

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