Volontariato

La fiducia c’è. Il resto manca

Il “regista” dei Volonterosi spiega la strategia per i prossimi mesi: coalizioni sterili ed eterogenee tengono l’Italia sempre in bilico. Ci vuole un’idea diversa, di Paolo Messa

di Redazione

Il governo ha ritrovato la fiducia delle Camere, eppure la sensazione è che il quadro politico sia sensibilmente cambiato. Un anno fa, il miraggio era un governo di legislatura. Oggi, è un esecutivo di transizione. Stessi ministri, stessa maggioranza, diversa missione. Una contraddizione, forse. L?impressione però è che né la maggioranza né l?opposizione abbiano colto l?opportunità della crisi per fare un salto di qualità. Tutto il dibattito è ruotato attorno alle formule politiche: allargamento della maggioranza, governo istituzionale, ritorno alle urne. Lo stesso Romano Prodi ha indicato nella riforma della legge elettorale ?l?assoluta priorità?. Difficile dargli torto: il sistema elettorale che si sceglierà sarà fondamentale per determinare e favorire il quadro politico futuro. Una nuova legge è molto ma non è tutto. La crisi di questo bipolarismo, la lunga transizione, è frutto di una visione per cui si debbano formare coalizioni in grado di battere l?avversario (il demone Berlusconi o i cattivi comunisti). L?issue fondamentale è la definizione del ?nemico? e non il programma. Le conseguenze sono quelle che vediamo ogni giorno: esibizioni muscolari ed alleanze come l?Arca di Noè. Si può dire che questa crisi abbia determinato le premesse per un cambio di rotta? Francamente no. Ciascun cittadino potrà essere lieto o triste dell?esito della fiducia, ma la novità proprio non si vede.

Troppa autoreferenzialità

Rifugiarsi nell?autoreferenzialità del Palazzo, tentare di blindare una classe dirigente in affanno, fa parte dell?istinto di autoconservazione. è comprensibile ma non condivisibile. Le domande dei cittadini, le esigenze delle imprese, dei lavoratori, delle famiglie, dei giovani, degli immigrati sono impellenti e pensare di offrire risposte sulla base delle categorie da anni 70 è illusorio. Quale visione del ruolo dello Stato nell?economia, nelle relazioni internazionali, nelle scelte della vita privata? I temi di oggi non possono essere elusi con l?uso di una stanca retorica del Novecento. La legge elettorale è importante, ma – ripetiamo – non basta. La scorsa legislatura si era arrivati a trovare una soluzione condivisa dai due Poli sulla ridefinizione del Titolo V della Costituzione. L?attuale infatti ha prodotto per i cittadini più danni che benefici. La riforma del centrodestra però conteneva molte altre materie, motivo di scontro politico. Alla fine, con l?acqua sporca è stato buttato anche il bambino.

Oggi è venuto il momento di rianimare quel bambino. Di lavorare affinché gli eletti producano soluzioni che favoriscano gli elettori, il loro Paese. Il passaggio che viene chiesto è di passare da coalizioni sterili e troppo eterogenee a coalizioni in grado di proporre e realizzare scelte, decisioni.

Una sana coalizione

La suggestione di una coalizione dei Volenterosi nasce da queste osservazioni. La crisi di questi giorni e la precarietà dei prossimi non attenua il senso di questa idea, anzi ne rafforza la missione. è giusto che partiti e leader discutano del sistema politico in quanto tale, che definiscano le regole sul voto (e sulla loro rielezione). è doveroso però non bloccare il Parlamento, trasformandolo in un pantano. Noi, per parte nostra, cercheremo di fare sentire la nostra voce con proposte concrete. Abbiamo l?ambizione che i Poli, per una volta, si dividano sui contenuti e non sui contenitori.


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