Guardate questa foto. E’ bellissima. Mi ha colpito oggi, mentre consultavo il sito delle Nazioni Unite dedicato alle persone con disabilità, alla ricerca di notizie sull’Osservatorio internazionale che si sta insediando, senza l’Italia, in applicazione della Convenzione Onu.
Questa immagine è nella home page. La foto, autore Franck, ha vinto il primo premio del concorso indetto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sul tema “Salute e disabilità”. Andate a vedere all’indirizzo http://www.un.org/disabilities .
Non c’è commento. E’ lì. Segna in modo indelebile l’universalità del diritto alla felicità. Un ragazzino con una evidente deformità delle gambe gioca sulla spiaggia compiendo una piccola acrobazia, poggia le mani sulla sabbia, si issa a testa in giù, incrocia le gambe sfruttando la deformità per completare un arabesco sullo sfondo del mare azzurro. Non sappiamo nulla di lui.
Possiamo immaginare soltanto. E capire qualcosa di più. Il diritto essenziale a essere persona. Senza etichette, senza condizionamenti sociali, perfino senza ausili. Libero come la natura che lo ha generato con una anomalia che nel nostro mondo civile verrebbe vista con occhi di pietà, di commiserazione.
Penso che questa immagine corrisponde a ciò che sta accadendo all’Onu. Sono i Paesi non industrializzati a guidare la lista dei parlamenti che approvano la Convenzione. Portano limiti, difficoltà, ma anche una visione del mondo completamente diversa, che forse pone la persona al centro, più di noi.
La sfida è bellissima. Come riuscire a vivere una dimensione globale trasmettendo i nostri valori, la nostra cultura, perfino la nostra medicina, ma senza perdere di vista la felicità di una capriola sulla riva del mare.
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