Giornata persone con disabilità

Disabilità fa rima anche con felicità

«Che cosa ti rende felice?»: questa la domanda che la cooperativa sociale La Fraternità ha posto alle persone con disabilità in occasione delle Giornata del 3 dicembre. Le risposte? Tutte da ascoltare

di Luca Martinelli

Anna è un utente del Centro per attività socio-educative G. Laruccia di Poggio Torriana, in provincia di Rimini, una delle realtà affiliate alla cooperativa sociale La Fraternità. Alla domanda «che cosa ti rende felice?», Anna risponde così: «Mi piace stare con i miei amici e lavorare insieme», in cucina, cucinando e usando la lavastoviglie, ma anche etichettando il Most, il vino prodotto dalla Fraternità dopo aver recuperato vecchie vigne nel territorio di Borghi (FC), portando tra i filari persone con disabilità.

Per Jean-Claud, invece, la felicità è il baskin, cioè la possibilità di giocare a basket inclusivo nella squadra degli Onions, la prima nata in Valmarecchia, a Santarcangelo di Romagna (RN). Le loro testimonianza sono contenute in un video che La Fraternità ha realizzato in occasione di Io valgo, la manifestazione organizzata insieme all’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ogni 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, che oggi ha visto decine di persone sfilare per le vie di Santarcangelo raccontando “che cosa ti rende felice?”.

«In questa giornata, con l’evento Io Valgo 2024… chiedimi quando sono felice, vogliamo mettere a fuoco la vita delle persone con disabilità, che, come ci informa la ministra Alessandra Locatelli, sono poco più di tre milioni solo in Italia, per le quali l’inclusione diventa una necessità», spiega Valerio Giorgis, presidente della cooperativa sociale La Fraternità.

Richiamando gli otto obiettivi indicati nella recente Carta di Solfagnano, cioè il documento conclusivo del G7 dedicato all’inclusione e alla disabilità che si è tenuto in Umbria a metà ottobre, Giorgis ricorda che il primo riguarda l’inclusione: «Apprezziamo questa lettura che vede la vita delle persone con disabilità non solo come oggetto di assistenza, ma ne coglie la potenzialità che si può esprimere in tutti i settori, dalla scuola al lavoro, dallo sport alla vita indipendente, nella valorizzazione delle capacità e dei talenti di ognuno», conclude Giorgis.

È per questo che La Fraternità ha ritenuto importante chiedere alle persone con disabilità quando sono felici, in famiglia, nel lavoro che svolgono, nel tempo libero o nello sport con gli amici, perché appartengono a una comunità e a un territorio accogliente e inclusivo. La felicità è un progetto di vita che prende forma dai diritti e dai desideri della persona stessa, attraverso incontri con la famiglia e con la rete sociale e sanitaria che la circonda, restituendole dignità, opportunità, benessere e felicità.

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