Sostenibilità

La favola di Natale che inizia con un fallimento

di Gianluca Testa

Al primo sguardo si potrebbe pensare che Andrea è un personaggio dei fumetti. Ha la faccia pulita, gli occhi chiari, un sorriso largo e contagioso. A guardarlo più attentamente ti accorgi che no, non è il frutto di una matita. Andrea esiste davvero. (E alla fin fine non è del tutto estraneo neppure al mondo dell'illustrazione, ma questo lo scopriremo solo più avanti). Soprattutto, guardandolo davvero bene, non immagineresti mai che questo ragazzo è un papà imprenditore, ex startupper fallito con tre figli da crescere.

Andrea è caduto. Prima di lui era successo a molti altri. E dopo di lui succederà ancora. E ancora e ancora e ancora. Perché, presto o tardi, capita a chiunque di cadere. C'è chi scivola su una buccia di banana, chi inciampa su uno scalino, chi cede il passo su strade troppo in salita e chi, esausto, crolla per il peso insopportabile di un carico pesante.

Andrea è caduto per aver creduto troppo a lungo nel suo progetto. La startup si chiamava Sinba ed era nata per sviluppare un'app utile a fare acquisti nei negozi evitando le casse (e le relative code). L'idea era buona, innovativa. Tant'è che altri, dopo di lui, hanno sviluppato tecnologie simili. Un'idea ben giudicata anche dal talent Shark Tank, quello che su Italia 1 premiava le migliori startup finanziando i loro progetti. E così è stato.

Poi qualcosa è andato storto. L'azienda non girava al meglio, c'erano un figlio in arrivo, il tetto da aggiustare e le rate da pagare. Alla fine Sinba finisce per incrementare la percentuale delle startup che chiudono i battenti (nove su dieci). Andrea è costretto a voltare pagina, aggiungendo un nuovo capitolo alla sua giovane e intensa vita.

A quel punto ha sentito il bisogno di spiegare ai sui figli piccoli che nonostante il fallimento dell’azienda di papà, papà non era un fallito. Per farlo ha utilizzato il linguaggio che pensava essere a loro più comprensibile. E ha scritto una fiaba.

Il video della fiaba diventa virale, c'è un nuovo figlio in arrivo e nascono nuove opportunità professionali. Da quel momento sono accadute solo cose belle. E Andrea ha scritto nuove storie.

Una è dedicata a sua figlia Diletta.


Un'altra fiaba è nata per spiegare ai bambini la tecnologia.

L'ultima, anche questa destinata ai bambini, racconta il senso del Natale (ai tempi dei social network).

«Qualcuno mi chiede se avere tre figli a trent’anni sia un limite, ma per me è assolutamente il contrario» dice Andrea. «Se non avessi avuto loro, be', non avrei avuto motivi per andare avanti».

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