E’ strano forse, ma le macchinette delle bibite, che ho incontrato spesso nei miei ricoveri ospedalieri, mi fanno pensare alle slot machine. Il meccanismo della monetina che cade, la sua sonorità e l’appagamento finale, col comparire della bottiglietta o del bicchierino di caffè caldo, fanno innescare qualcosa di atavico nella nostra psiche, che ricorda un po’ le fiabe infantili. Le monete hanno una dimensione magica, come ci insegnano la fiaba di Ali Babà e i racconti dei Grimm. Io amavo in particolare la storia dell’asino che starnutisce monete d’oro, generando uno scroscio tintinnante, come quello che sperano di sentire i disperati giocatori delle slot. Nel mio piccolo ho avuto anche io il mio momento compulsivo, dipendente dal fascino della monetina. Ero in clinica e ho avuto attimi di crisi nera per la mancanza di spiccioli e l’impossibilità di introdurli nella macchinetta per ottenere la mia dose di pseudocibi, pieni di zuccheri e conservanti. Facendo leva su questi meccanismi psicologici le slot e gli interessi miliardari di chi le gestisce, stanno invadendo la nostra vita. ” Eppure c’è chi riesce a vincere” mi disse un giorno una dolce vecchietta, che frequentava il mio stesso bar, accarezzando estatica la macchinetta infernale di fronte a lei. Al tavolo a fianco sedeva invece la sua parrucchiera, sfigurata dalla disperazione, l’inutile attesa del felice scroscio monetario l’aveva costretta a chiudere due negozi, mentre continuava a perdere clienti, perchè ormai passava più tempo a schiacciare bottoni e tirare giù levette che a fare pieghe e permanenti. Dobbiamo mobilitarci per porre fine a tutto questo. Oggi è il noslot bloggimg day http://www.vita.it/noslot/index.html.
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