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La Fao compie sessant’anni

Ancora 852 milioni gli uomoni che nel mendo soffrono la fame. Troppi. Per festeggiare i sessant'anni della Fao, tutti gli interventi alle celebrazioni romane

di Redazione

Si celebrano oggi a Roma, in corrispondenza della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, i sessant’anni dalla creazione della Fao, l’agenzia per l’agricoltura e l’alimentazione dell’Onu. Il tema di quest’anno, ”Agricoltura e dialogo fra le culture: il nostro patrimonio comune”, vuole ricordare il contributo delle diverse culture allo sviluppo dell?agricoltura. Nel corso dei secoli il movimento interculturale di coltivazioni, conoscenze agricole e specie di bestiame ha contribuito al miglioramento della nutrizione e alla riduzione della poverta’. La Fao sottolinea che il dialogo interculturale è indispensabile per il progresso nella lotta alla fame e al degrado ambientale, e che gli scambi di know-how e tecnologie agricole tra PVS contribuiscono a creare importanti sinergie ed interazioni tra Paesi. Presenti alla cerimonia ufficiale di stamane numerosi capi di Stato, tra i quali il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva, quello venezuelano Hugo Chavez, oltre al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Angelo Sodano. E’ nella capitale anche Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, la cui presenza ha già provocato una protesta da parte dall’ambasciatore americano presso l’organizzazione Onu, Tony Hall. Il direttore generale dell’organizzazione, Jacques Diouf, ha aperto la cerimonia con un?esortazione: la Fao ”deve stare al passo con i tempi e adattarsi ai cambiamenti avvenuti dalla sua fondazione a oggi, sapendo cogliere le mutate esigenze e le nuove opportunita. Il mondo dispone oggi delle risorse e del potenziale tecnologico necessari per produrre cibo in quantita’ sufficiente non solo per affrontare la crescita della domanda effettiva, ma anche per eliminare la fame”. Diouf ha annunciato di aver sottoposto all’ approvazione degli Stati membri un programma di riforma che ”permettera’ all’ organizzazione di giocare un ruolo sempre maggiore nell’ eliminazione della fame, nello sviluppo agricolo sostenibile, nel raggiungimento della sicurezza igienico-sanitario degli alimenti, nella lotta contro le infestazioni e le malattie transfrontaliere di animali e piante, oltre a negoziati nel commercio estero, affinche’ questo sia piu’ equo”. Il direttore generale ha quindi sottolineato alcune cifre relative all’ operato dell’ organizzazione, ricordando che dal 1960 ad oggi la percentuale di persone che nel mondo soffrono la fame e’ diminuita passando dal 35% al 13%. Per quanto riguarda le aspettative future, Diouf ha aggiunto che la Fao, malgrado i successi, non e’ riuscita a dare una risposta a tutte le aspettative dei suoi fondatori: in un mondo di abbondanza sono infatti 852 milioni le persone che continuano a soffrire la fame, e alcuni sistemi di produzione agricola intensiva non sono sostenibili e hanno conseguenze negative sul piano ambientale, economico, sociale e culturale. ”Nel XXI secolo sono due le questioni centrali che la Fao deve affrontare – ha continuato Diouf – rendere piu’ efficaci le attivita’ svolte insieme ai Paesi membri per l’eliminazione della fame, in linea con il primo Obiettivo di sviluppo del millennio, e assicurare che il soddisfacimento del fabbisogno mondiale futuro di cibo e di prodotti forestali sia sostenibile dal punto di vista ambientale”. Per i suoi 60 anni, l’organizzazione prevede di mettere in atto un progetto di riforma che consenta di affrontare meglio le minacce attuali, come lo sviluppo dell’influenza aviaria o i cambiamenti climatici. La Fao intende rivedere le proprie priorità, le strutture centrali e delocalizzate, le attività e procedure di funzionamento. Un nuovo programma d’azione sarà messo a punto nei prossimi giorni e adottato nel mese di novembre durante l’assemblea generale dei paesi membri, al fine di “centrare l’azione della Fao sullo sviluppo”. Nel corso della mattinata di oggi è stata conferita al presidente Lula la Medaglia Agricola, il massimo riconoscimento conferito dalla Fao, con cui si rende omaggio a personalita’ di tutto il mondo che si sono distinte per il sostegno alla causa dello sviluppo sostenibile dell’agricoltura. Lula ha sottolineato come la fame sia ?la peggiore arma di distruzione di massa del mondo moderno perché uccide adulti, bambini, embrioni, innocenti che non hanno neppure imparato a gridare che hanno fame”. ”La fame non e’ un problema economico né tecnologico -ha aggiunto Lula- ma e’ un problema fondamentalmente politico e in quanto tale da portare in ogni riunione” a livello internazionale. Per questo ”le risorse per l’aiuto allo sviluppo devono essere aumentate, abbiamo bisogno di un partenariato tra governi, imprenditori e societa’ civile per superare l’attuale deficit di risorse”, ha affermato, citando alcune iniziative prese con Francia, Cile e Spagna come la proposta di un’imposta sui biglietti aerei per finanziare l’aiuto allo sviluppo. Ha poi parlato Carlo Azeglio Ciampi, che è ritornato su uno dei temi piu’ cari del suo settennato, la necessita’ di un maggiore impegno nei confronti del sud del mondo, a cominciare dall’Africa. “Una societa’ che spende centinaia di miliardi in armamenti e consente che ogni anno muoiano di fame cinque milioni di bambini e’ una societa’ malata di egoismo e di indifferenza, sono le parole del Capo dello Stato, “la costruzione di un ordine mondiale piu’ giusto e’ un imperativo morale. Ma non e’ solo questo, perche’ un mondo dove i benefici del progresso scientifico e della crescita economica siano ripartiti in un modo piu’ equo e’ anche un mondo piu’sicuro per tutti”. La sfida e’ quella di “colmare quel solco fatto di ingiustizia e disperazione che divide i paesi ricchi dai paesi poveri. Da esso traggono origine e alimento i fenomeni che minacciano la sicurezza di tutti noi: l’estremismo, il fondamentalismo, l’odio etnico”. Anche per questo “l’Italia sostiene senza riserve gli sforzi della Fao”. Il bilancio di questo impegno e’ apprezzabile: “Il nostro programma di cooperazione e’ tra i maggiori che conduciamo all’interno del sistema dell’Onu. Si concentra sulla sicurezza alimentare, lo sviluppo sostenibile, l’assistenza alle politiche agricole, gli aiuti di emergenza. L’Italia e’ fortemente impegnata anche nella cooperazione sanitaria”. Inoltre “il contributo italiano al fondo globale per la lotta contro l’Aids, la malaria e la tubercolosi sara’ innalzato da 100 a 130 mln di euro nel prossimo biennio”. Questo impegno, unito agli sforzi della Comunita’ internazionale, ha prodotto “risultati incoraggianti”, perche’ “il volume degli aiuti allo sviluppo e’ aumentato considerevolmente e aumentera’ ancora, di quasi 50 mld di dollari l’anno entro il 2010”. Inoltre “lo stock di debito dei paesi poveri e piu’ indebitati e’ stato ridotto del 61% nell’ambito di una iniziativa di cui l’Italia e’stata fra i promotori e a cui ha contribuito cancellando 2,6 mld di euro”. Questo pero’ e’ ancora un successo parziale. Infatti “non bisogna mai dimenticare che nessuna assistenza internazionale puo’ sostituirsi all’assunzione di responsabilita’ fondamentali dirette” nel campo della legittimita’ democratica dei governi, dello stato di diritto, della tutela del patrimonio ambientale e delle tradizioni culturali. In particolare in Africa, “c’e’ ancora tanto da fare, e il raggiungimento degli obiettivi appare come un traguardo ancora molto distante”. Questo soprattutto per via della “arretratezza rurale che frena lo sviluppo dell’Africa: terreni inariditi dall’avanzare della desertificazione e impoveriti da colture inadeguate”. Il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato Vaticano, ha portato il saluto di papa Benedetto XVI ed è intervenuto affermando che ”promuovere lo sviluppo agricolo e la formazione di condizioni che garantiscano pienamente il fondamentale diritto alla nutrizione costituisce un apporto determinante alla causa della sicurezza internazionale e, quindi, della pace. La lotta contro la fame deve essere una priorita’ e un impegno, volto a fornire a ognuno i mezzi per guadagnarsi il proprio pane quotidiano, invece di indirizzare risorse verso i conflitti e le guerre”. Tra l’altro, ”e’ noto che a livello mondiale e’ possibile disporre di cibo sufficiente per soddisfare le necessita’ di tutti: perche’ allora tante persone rischiano di morire di fame? – si chiede il cardinale ? Molti sono i motivi: alcune forme di assistenza allo sviluppo sono subordinate all’attuazione da parte dei paesi piu’ poveri di politiche di aggiustamento strutturale, per poter accedere al mercato dei paesi agricoli. Nei paesi piu’ sviluppati poi vi è una cultura consumistica che esalta falsi bisogni a discapito di quelli reali”. ”Diventa necessario -e’ l’esortazione finale di Sodano- riscoprire prima di tutto il senso della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria, cominciando dalla vita familiare da cui discendono il senso di solidarieta’ e di condivisione”. Il presidente venezuelano Chavez è invece intervenuto con un pesante attacco contro il governo statunitense: ?Accuso l’impero nordamericano di essere la prima minaccia per il mondo odierno” – ha detto Chavez ? accusando gli Usa di “colpi di Stato, sabotaggi economici e terrorismo” in Venezuela. Chavez ha anche criticato con toni aspri l’intervento militare di Washington in Iraq – con la “favola” delle armi di distruzione di massa, “che non esistono in Iraq” – che ha causato ün popolo massacrato”. “Continuano a bombardare e il mondo non puo’ fare nulla”, ha aggiunto Chavez. Chavez ha anche affermato che se la Cina e’ riuscita a contrastare la malnutrizione e’ grazie alla rivoluzione comunista di Mao Tse Tung. “Senza la rivoluzione la Cina non si sarebbe sottratta ad una situazione di squilibrio” nella quale una minoranza prende il controllo delle risorse, ha detto il presidente, suggerendo di prendere la Cina come esempio: “E’ la dimostrazione che si puo’ riuscire” a eliminare la fame nel mondo, ha detto. La creazione di una Assemblea Consultiva della Fao, “che oggi potrebbe essere ben rappresentata dalle principali ONG del mondo” che, con cadenza biennale o triennale, possano dare in forma istituzionalizzata il loro punto di vista sullo stato dei rapporti tra il nord e il sud del mondo e sulle priorita’ da suggerire alla Fao; ma anche “un maggiore coordinamento tra Stati membri e Fao nell’attuazione delle politiche di intervento. In questo senso va, appunto, l’iniziativa di dare nuovo impulso al Comitato Fao da me presieduto, che deve poter svolgere efficacemente la sua funzione di coordinamento nazionale in collaborazione con tutti i Ministeri coinvolti: Esteri, Economia, Attivita’ Produttive, Salute, ecc.”. Cosi’ il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno nel suo discorso alla Fao, in occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della fondazione. Nel suo discorso, Alemanno ha inoltre sottolineato che gli anniversari “possono costituire un momento di autocelebrazione per organizzazioni oramai esauste, ovvero di ripensamento e rilancio per organizzazioni motivate nelle quali il senso della ‘mission’ sia ancora forte. Sono certo che, in questo senso, la 33ma Sessione della Conferenza Fao, che si svolgera’ tra pochi giorni, sapra’ dare un chiaro segnale al mondo intero”. In questo quadro – ha riferito ancora – “mi sono personalmente impegnato, come ministro dell’Agricoltura, chiedendo ed ottenendo dal governo italiano la creazione di un Fondo Fiduciario di 100 milioni di dollari, dei quali 60 gia’ erogati. Mi ripropongo inoltre, alla prossima scadenza di dicembre, di ottenere dal direttore generale della Fao, che mi auguro sia sempre il mio amico Djouf, in sintonia col Ministero degli Esteri, un rafforzamento quantitativo e qualitativo dell’unita’ di gestione, coordinamento e controllo del Fondo Fiduciario, per garantire una operativita’ sempre piu’ efficace ed efficiente”. Alemanno ha annunciato quindi di aver deciso di dare un nuovo impulso al Comitato Fao, il Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il governo italiano e l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che in questo senso, ha gia’ impostato “una significativa attivita’ di analisi e di studio delle problematiche nord-sud”. Dopo 60 anni, “molto e’ stato fatto con professionalita’ e dedizione, anche grazie all’arrivo di nuovi attori sulla scena quali IFAD e World Food Program. Mentre una parte dell’attivita’ normativa e’ entrata a far parte delle competenze del WTO. Da quest’anno, il Comitato Fao passera’ ad una effettiva attivita’ operativa, svolgendo tra l’altro un’azione di stimolo, con progetti pilota e iniziative sperimentali in collaborazione con le Agenzie dell’Onu in materia di agricoltura ed alimentazione. Ma piu’ nell’immediato e quindi anche a medio termine, Alemanno ritiene che l’attivita’ della Fao debba svilupparsi su quattro direttrici. Intanto, come detto, un maggiore coordinamento tra Stati membri e Fao nell’attuazione delle politiche di intervento. Quindi “una piu’ attenta politica di comunicazione volta a spiegare alle pubbliche opinioni mondiali, non soltanto le finalita’ generali dell’istituzione, ma anche la ricaduta di ogni singolo progetto e del suo valore aggiunto per il Paese, analizzandone a posteriori la vitalita’ e validita’”. Maggiori informazioni:

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