Welfare

La fantasia può creare mostri

Da anni chi si occupa seriamente di carcere si affanna a dire che anche l’Italia deve decidersi a introdurre la possibilità per i detenuti di colloqui intimi...

di Ornella Favero

Da anni chi si occupa seriamente di carcere si affanna a dire che anche l?Italia deve decidersi a introdurre la possibilità per i detenuti di colloqui intimi. La testimonianza che segue è di un detenuto albanese, e racconta che nelle carceri dell?Albania, anche ai tempi della dittatura, non certo ?benefica? verso i detenuti, questo tipo di colloqui era concesso: «Sono da dieci anni e mezzo in carcere, vivo in questo mondo ?vuoto?, condividendo il dolore, la rabbia, ma anche le piccole gioie di ogni giorno, con le tante altre persone che sono qui ristrette; in questo mondo spesso e volentieri ti viene tagliata la speranza; con lunghi anni di fronte a te, la tua mente si trova nel buio, nell?incertezza, nel disordine e nella confusione. Ai tempi della dittatura in Albania, ricordo che se sbagliava uno, pagavano in mille, se uno sbagliava nei confronti di un altro, veniva coinvolta l?intera famiglia. La tortura nelle carceri era considerata alla stregua di un ?pasto?, eri obbligato a lavorare a turni nelle miniere e non avevi alcun diritto. (?) Ma una cosa strana era che le persone che erano sposate, ogni mese potevano passare un?intera giornata con la propria moglie, da soli, nell?intimità».
Lulzim Blakçori, Casa circondariale di Prato, dal sito www.informacarcere.it

Nessuna vendetta

Olga D?Antona, moglie del giurista ucciso dalle Br nel 1999, ha incontrato i detenuti di Padova: «Per mia fortuna, non ho mai avuto desideri di vendetta. La cosa che fa più male sono i fantasmi, immaginare quello che non è, perché la propria fantasia può produrre mostri, quando poi, in realtà, ci si trova di fronte a persone in carne ed ossa e con la loro umanità. In ogni persona vedo delle individualità, e cerco di capire cosa c?è dentro a questa persona, al di là dell?aspetto esteriore, e non mi riesce di immaginare i terroristi o gli assassini o i delinquenti come categoria univoca. Ci sono invece delle persone».


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