Politica

La famiglia dell’attore aiuta una onlus. Ecco il “reparto” di Nino

L’associazione Risveglio si occupa di chi è in coma. A Roma apre un’unità ospedaliera con il sostegno dei Manfredi.

di Antonietta Nembri

Un reparto per assistere chi può uscire dalla rianimazione, ma ha ancora bisogno di cure intensive. è il progetto che l?associazione Risveglio onlus sta studiando con la famiglia di Nino Manfredi. “Ci occupiamo di tutto quello che può essere d?ausilio ai familiari e ai pazienti”, spiega il presidente del sodalizio, nato a Roma nel 1997 tra i parenti di persone in coma. Francesco Napolitano sembra quasi stupirsi che, dopo l?annuncio del figlio dell?attore romano di non inviare fiori, ma di devolvere il denaro proprio a Risveglio, ci si occupi della sua associazione. In fondo dei problemi di chi è colpito da traumi cranio-encefalici l?associazione, inserita nel Coordinamento nazionale trauma cranico, si occupa da anni. “Con la Regione Lazio”, spiega Napolitano, “stiamo per varare un centro diurno per quanti hanno ancora bisogno di interventi di riabilitazione. Il progetto che abbiamo con la famiglia Manfredi riguarda invece la creazione di un reparto ospedaliero chiamato ?Unità di risveglio?, dedicato alle persone con gravi cerebrolesioni e che non sono in coma, ma vivono in uno stato vegetativo”. Per Napolitano quando si parla di coma e delle persone che hanno subito dei traumi, dovuti a incidenti o a malattie come ictus o emorragie, occorrerebbe pensare a un albero, con tutte le sue ramificazioni, “non si può pensare a senso unico o a un solo problema”, sentenzia. L?azione di questi anni è andata a sensibilizzare il servizio sanitario e i suoi responsabili sulle problematiche del post-coma, ai posti specializzati che in Italia scarseggiano, alla riabilitazione e alla terapia intensiva. “La lungodegenza è difficile, ci sono persone che non dovrebbero più stare in rianimazione o altre per le quali non è ancora il momento della riabilitazione tout court”. “Per non parlare poi”, continua, “dell?impossibilità delle cure domiciliari. Per questo, con il Comune di Roma stiamo pensando a realizzare residenze protette per quanti non hanno la possibilità di assistere a casa il proprio caro”.

Info: Associazione Risveglio


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA