Welfare

La droga non c’entra

Gli under 23 hanno votato in massa per l’Unione. Una reazione allo stralcio Giovanardi? Il fondatore di Exodus lo esclude

di Chiara Sirna

Il 4 aprile escono le tanto attese tabelle della nuova legge sulla droga. Cinque giorni dopo, il 9 aprile, chiamati alle urne per le elezioni politiche, i giovani votano in massa per il centrosinistra. Stando ai dati dell?istituto di ricerche Swg, infatti, il 42,1% degli under 23 avrebbe preferito l?Unione (il 34,6% ha preferito la Casa delle Libertà e il 23,3% si è astenuto).
Non sarà ?colpa? anche dello stralcio Giovanardi, ovvero delle disposizioni che per la prima volta hanno reso punibile anche il consumo di droghe, e delle famose ?soglie? che fanno da confine tra consumo e spaccio? Don Antonio Mazzi, fondatore e presidente della Fondazione Exodus, da 25 anni impegnato al fianco dei giovani tossicodipendenti, non appoggia di buon grado questa tesi. E anzi, a suo dire, la destra avrebbe semplicemente «pagato il conto della precarietà del lavoro».

Vita: è sicuro che la nuova legge sulla droga non si sia rivelata una sorta di boomerang per il centrodestra?
Don Antonio Mazzi: I giovani sono i primi a ridere di una legge che dopo tanta risonanza permette di andare in giro tranquillamente con 24 spinelli. Può aver influito al massimo in terza o quarta battuta, ma non è la priorità che ha determinato un così alto tasso di consensi per il centrosinistra.

Vita: Sì, d?accordo, dopo i 24 spinelli si entra nella punibilità penale. Ma bisogna tener conto anche delle sanzioni amministrative…
Mazzi: Non posso pensare che i ragazzi siano così cretini da optare per un partito o per l?altro sulla base di questi criteri. Credo fermamente che siano spinti da motivazioni ben più serie. Credo sia più facile che gli adulti si facciano influenzare da battute dell?ultima ora, come quella sull?Ici. I giovani no. Sarà che li stimo troppo, ma preferisco continuare a farlo.

Vita: E quindi, secondo lei, cosa avrebbe decretato maggiormente la sconfitta del centrodestra nell?elettorato più giovane?
Mazzi: Il governo Berlusconi sui giovani si è dimostrato carente, in questo voto i ragazzi hanno riposto una speranza di cambiamento. Sono stanchi di essere messi all?angolo e sperano in condizioni di vita migliori. Il fatto che una parte politica del nostro paese si sia esposta contro la precarietà del lavoro sicuramente ha influito. La loro indipendenza in questi anni è stata messa a dura prova da contratti a termine e stipendi ai limiti della sopravvivenza.

Vita: Quindi ritiene che abbiano intravisto nel centrosinistra uno spiraglio di stabilità?
Mazzi: Sì, dall?altra parte non è arrivato nessun segno di condanna a un sistema che non ha fatto altro che renderli precari. Sono stati considerati come un problema anziché una fonte di crescita e sviluppo. Il prossimo governo dovrebbe mettere al centro dell?agenda proprio le politiche giovanili, a partire dalla scuola e dalla famiglia, andando ad agire sui problemi concreti del lavoro e sostenendo tutti gli operatori coinvolti nel mondo dell?associazionismo e del volontariato.

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