Mondo

La donna che si è presa tutto

Yahoo! Sceglie come CEO Marissa Mayer, 37 anni e incinta. Ecco perché la scelta aziendale annunciata come una conquista per tutte le donne del mondo in realtà non lo è.

di Ottavia Spaggiari

Non ha fatto nemmeno in tempo a farsi fare la chiavetta per la macchina del caffè o ad  accendere il pc nel suo nuovo ufficio, Marissa Mayer che, a poche ore dal suo insediamento come CEO di Yahoo, si è già ritrovata sul collo non solo il fiato degli executive dell’azienda, ma anche di tutti coloro che hanno visto in lei il riscatto di ogni lavoratrice con figli.

A 37 anni e incinta di sei mesi, è stata scelta per guidare uno dei colossi della Silicon Valley, fuori da uno dei periodi più neri che l’azienda abbia mai affrontato dalla sua fondazione, nel 1994, quando era nata principalmente come motore di ricerca, oggi, inutile dirlo, offuscata e affossata da Google.

Ed è proprio da Google che arriva la Mayer. E’ qui che, dopo una laurea in ingegneria informatica alla Stanford University, un master  e un periodo trascorso nei laboratori di ricerca della UBS Bank, a Zurigo, era approdata nel 1999, scommettendo su un’ azienda che allora aveva solo 19 dipendenti,(adesso ne ha oltre 33 mila) lei fu la ventesima, la prima donna ingegnere. E’ stato qui che la Mayer ha costruito la sua carriera, ricoprendo ruoli molto diversi e sempre più strategici tra cui quello di vicepresidente dei servizi di geolocalizzazione. Passa a Yahoo, dopo 13 anni di onorato servizio alla concorrenza, per risollevare le sorti dell’azienda, compito arduo che ha già visto fallire altri prima di lei che è diventata il terzo CEO di Yahoo in un anno.  

Probabilmente Marissa Mayer non la vedrà mai la macchinetta del caffè aziendale, avrà vari assistenti ad organizzare i suoi pasti ogni giorno e sicuramente potrà contare, se non sui nonni, su una nutrita squadra di tate preparatissime a cui lasciare il figlioletto neonato. Forse non è lei, il caso di studio ideale per discutere di  work-family balance, tanto più che, mentre il mondo sembra non parlar d’altro che del suo stato interessante, né la Mayer, né i vertici di Yahoo, sembrano porsi il problema, quantomeno davanti agli occhi del pubblico. Ma chissà se tutto questo brusio di sottofondo, non  avrà messo a Marissa Mayer almeno un po’ di ansia da prestazione?

 Dalle pagine del Wall Street Journal la giornalista e blogger Janet Paskin, dedica un plauso alla scelta così “coraggiosa” e “illuminata” di Yahoo, dichiarandosi di sentirsi proprio come gli afroamericani si sono sentiti il giorno in cui Obama ha vinto le elezioni: speranzosa e un po’ in ansia. In uno zelo forse eccessivo per mostrare supporto alla neo-CEO, la Paskin si lascia addirittura andare ad una lunga, e un po’ troppo dettagliata manifestazione di solidarietà, augurandole, da madre a madre, che il bambino si attacchi al seno e non abbia problemi con l’allattamento. Un augurio abbastanza insolito da fare ad un amministratore delegato, soprattutto proveniente dalle pagine del Wall Street Journal.

E' di poche settimane fa l’articolo di Anne-Marie Slaughter, uscito su The Atlantic, “Why women still can’t have it all,” in cui l'ex consigliera della Casa Bianca e professoressa di Princeton, dichiarava  appunto che “le donne non possono ancora avere tutto”, per "tutto" inteso, figli e carriera.  Eppure continuare a definire la scelta di Yahoo, “coraggiosa” e “illuminata” non fa che rimarcare la straordinarietà di un evento che non dovrebbe avere nulla di straordinario perché, si sa, le donne fanno figli, ma studiano anche, lavorano e capita che dirigano le aziende. Questo clamore per una notizia, che non dovrebbe fare notizia, non fa che sollevare un’altra riflessione, riassunta splendidamente in 140 caratteri dalla giornalista del New York Times Magazine, Rebecca Traister: “E’ fantastico che Marissa Mayer sia incinta. Però l’intensità della reazione è un po’ deprimente. E’ un po’ come se a Yahoo, avessero assunto uno yeti”.  Ecco, appunto.

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