Pillole di bellezza
La donna che scrive “Grazie” tre volte ogni mattina
Da quasi dieci anni, ogni giorno, dona tre biglietti con scritto “Grazie”. «Dalla commessa del supermercato al vicino di casa, tutti si illuminano: è come se accendessi qualcosa che hanno dentro. Da un po’ di tempo l’ho sostituito con “Gioia”. Senza la gioia è difficile essere nella gratitudine»
Tre biglietti di carta tre centimetri per due. Una scritta in bella grafia che riporta un’unica parola. Grazie. Li porta con sè, da quasi dieci anni ogni giorno dell’anno. È una signora gentile, vive in una cittadina sospesa tra una Torino che guarda da vicino e due Valli che raccontano storie di minoranze religiose e accoglienza. Il suo nome non lo diremo, per rispettare il suo desiderio di «non uscire allo scoperto».
Non fatevi ingannare dalla riservatezza, i suoi grazie sono molto concreti. Per consegnarli, apre un piccolo borsello bianco, ne prende uno e lo dà a chi vuole raggiungere. La giornalista che ha appena moderato la presentazione di un libro, la commessa del supermercato anche se dietro c’è una lunga fila di persone impazienti, l’ex assessore di 82 anni che incontra spesso lungo la strada. «C’è stato un periodo in cui con i gessi lo scrivevo lungo i sentieri di montagna. In tutti questi anni soltanto un signore ha rifiutato di prendere il mio grazie. Tutti gli altri si illuminano al di là di ogni immaginazione: è come se accendessi qualcosa che hanno dentro, nei bambini ancora di più». Uno dei ricordi più preziosi è il titolare di un banco al mercato: «Gli avevo dato il mio biglietto insieme ai soldi per la spesa, doveva darmi il resto ma non tornava più. A un certo punto è ricomparso con le monete e, sul retro dello scontrino, il suo grazie».
Com’è che si decide di fare della gratitudine un gesto quotidiano? «Nel 2015 ero in vacanza, mi sono sentita male e mi hanno diagnosticato un’infezione gravissima, sono stata ricoverata in ospedale a lungo. Quando mi sono ripresa suonavano le campane di Pasqua. Ho capito il valore della gratitudine e ho deciso di praticarla». La storia di questa donna di 73 anni, una vita trascorsa per amore in una piccola borgata di montagna (scelta che ha interrotto soltanto con l’età), è costellata di dolori e vuoti. Eppure insegue la bellezza. La insegue e la rende visibile con i suoi biglietti nel portafoglio. «Per tanti anni ho scritto “Grazie” tre volte ogni mattina donandolo a chi incontravo, da un po’ di tempo l’ho sostituito con “Gioia”. Senza la gioia è difficile essere nella gratitudine».
Dispensatrice di grazie e di gioia. Si sveglia presto, ama camminare e raggiungere luoghi da cui guardare dall’alto la città. «Una volta in un negozio ho dato un grazie a una fioraia in pensione. La settimana dopo, in quello stesso negozio, c’era una composizione di fiori per me. La vita è un dono, basta soltanto aprire gli occhi e guardare».
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